Tradurre la letteratura concentrazionaria
Gli editori italiani e una memoria europea della Shoah (1947-1985)
DOI:
https://doi.org/10.13135/2975-0873/8320Parole chiave:
Publishing, Holocaust studies, Memory, Habitus, History & TranslationAbstract
Tradurre letteratura concentrazionaria, così come pubblicare qualsiasi altro libro, significa per una casa editrice prendere posizione nel campo editoriale e in quello socio-culturale. L’articolo, basato sulla teoria dei campi di Bourdieu e su materiale d’archivio, analizza le strategie di diversi editori italiani nel secondo dopoguerra. Einaudi e Feltrinelli, spesso in concorrenza fra loro, ridefiniscono la memorialistica dei campi di concentramento sulla base dei posizionamenti dei loro redattori, rispecchiando un panorama sociale in evoluzione. Più tardi Adelphi introduce dimensioni esistenziali e antistoriciste, rimodellando la memoria dell'Olocausto, mentre Giuntina assume La notte di Elie Wiesel a rappresentare la propria identità editoriale. In anni in cui questa letteratura incontra diffidenza nella maggior parte degli ambienti politici e intellettuali, mediatori come Luigi Meneghello e Roberto Bazlen hanno un ruolo centrale nel legittimarla. Sul lungo periodo essa si rivelerà uno strumento molto efficace nel definire la memoria collettiva dell’Olocausto.
Parole chiave: Editoria, Holocaust studies, Memoria, Habitus, Storia e traduzione
Translating Holocaust literature, just like publishing any other book, means for a publishing house to take a position, both in the publishing and in the sociocultural field. The article, based on Bourdieu's field theory and supported by unpublished archive material, analyses the strategies of the main Italian publishers after World War II. Einaudi and Feltrinelli, often competing with each other, remodelled concentration camp literature according to the positions of their editors thus reflecting a shifting societal landscape. Later, Adelphi introduced existential and anti-historicist dimensions, reshaping Holocaust memory, while Giuntina assumed Wiesel’s La notte as representative of its editorial identity. At a time when this literature met with mistrust in most political and intellectual milieus, mediators like Luigi Meneghello and Roberto Bazlen played a central role in legitimising it. And it will prove to be a very effective instrument in defining the collective memory of the Holocaust.
Keywords: Publishing, Holocaust studies, Memory, Habitus, History & Translation