Niccolò Tommaseo
DOI:
https://doi.org/10.13135/2975-0873/11120Parole chiave:
Niccolò Tommaseo, Translation theory, Italy, History of translation, RomanticismAbstract
Quella del traduttore (e teorico della traduzione) è un’attività del poligrafo Niccolò Tommaseo (poeta, romanziere, biografo, storico, lessicografo, pedagogista, ecc.; Sebenico 1802 – Firenze 1874), che si protrasse dagli anni della prima giovinezza a quelli senili della cecità. Purtroppo tuttavia non le è stata ancora rivolta l’attenzione sistematica che merita. La riflessione sul problema della traduzione accompagna Tommaseo per un trentennio, nella fase più fertile della sua maturità di scrittore e intellettuale. Seguiamo dunque in ordine cronologico le prose più interessanti che dibattono la questione e che qui si presentano, soffermandoci su quattro momenti. Nel 1838, con la pubblicazione di Memorie poetiche e Della bellezza educatrice, abbiamo l’esposizione di una propria ‘teoria della traduzione’; nel 1851, con la stesura del Mio testamento letterario, emerge il bilancio, in forma autobiografica, dell’attività del traduttore; nel 1861 (e seguenti), assistiamo allo sforzo del lessicografo impegnato per il Dizionario della lingua italiana e il Dizionario dei sinonimi della lingua italiana, che non può non includere anche un versante ‘traduttologico’.