Tradurre parole, evocare immagini
Uno sguardo trasversale sulle traduzioni dell’'Amleto'
DOI:
https://doi.org/10.13135/2975-0873/10991Parole chiave:
William Shakespeare, Translations, Italy, Intertextuality, StagingAbstract
Prendendo avvio da una sintetica ricognizione storica delle prime traduzioni dell’Amleto in Italia, l’articolo si sofferma su alcune delle principali traduzioni dal Novecento ai nostri giorni analizzandone alcune scelte cruciali, che rivelano sottili ma determinanti divergenze interpretative. Al di là della molto discussa, e forse sovrastimata, distinzione fra traduzioni per la pagina e traduzioni per la scena, le varie scelte lasciano trapelare una diversa visione dei personaggi e, talvolta, una scarsa conoscenza della pratica scenica elisabettiana. In alcuni casi, i fraintendimenti creativi di alcuni traduttori magistrali hanno tuttavia dischiuso nuove possibili connotazioni di senso, o, al contrario, hanno creato una sorta di canone condizionante per le versioni successive. Di certo, la ricchezza del linguaggio shakespeariano costituisce tuttora una sfida rilevante, in cui ogni nuova versione può scavare nella fitta trama di riferimenti intertestuali cercando di portare alla luce nuove assonanze e profondità semantiche.
Starting with a concise historical survey of Hamlet’s first translations in Italy, the article focuses on some of the main translations from the 20th century to nowadays, analysing some crucial choices, which reveal subtle but determinant interpretative divergences. Beyond the much-discussed, and perhaps overstated distinction between translations for the page and translations for the stage, the various choices reveal a different view of the characters and, sometimes, a scarce knowledge of Elizabethan stage practice. In some cases, the creative misunderstandings of a few masterful translators have nevertheless disclosed new possible connotations of meaning, or, on the contrary, created a kind of conditioning canon for later versions. Certainly, the richness of Shakespeare’s language still constitutes a considerable challenge, in which each new version can delve into the dense web of intertextual references trying to uncover new assonances and semantic depths.