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  • fuori tema Hors sujet I
    No. 19 (2023)

    Edited by Philosophy Kitchen

    Never in history has so much been written. Novels, short stories, even poetry, are experiencing an unsuspected and perhaps unhoped-for flowering: but it is also and perhaps above all in the field of knowledge that the growth is incredible. In all the variegated and increasingly fragmented fields of knowledge, be it the so-called STEMM (Science, Technology, Engineering, Mathematics, Medicine) or HASS (Humanities, Arts, Social Sciences), the most evident feature of academic production is in fact now its constant, exponential, unstoppable quantitative increase. Research production has transformed, becoming increasingly atomised, measurable, neo-liberal, surfable and iterative: but also original?

  • cibernetica Cybernétique. Perspectives sur la pensée systémique
    No. 18 (2023)

    edited by Luca Fabbris e Alberto Giustiniano

    «Ce n’est plus d’une libération universalisante que l’homme a besoin, mais d’une médiation», Gilbert Simondon (1958) would write, concerning the encyclopedic ideal embraced by cybernetics. This encyclopedic inspiration went hand in hand with an explicit desire for renewal of philosophical categories and with the will of overtaking metaphysics’ dichotomies. It is the spectral and disseminated character of cybernetics, its insistence in the interstices of the encyclopaedia, that has led us to devote this issue to it, with the aim of mapping the places of knowledge in which the traces left by cybernetics can be discerned, following its trails, reconstructing its plots, bringing out its modes of being, questioning its legacy and relevance.

  • Métaphore. Entre l'expérience et la pensée
    No. 17 (2022)

    A cura di Federica Buongiorno e Giovanni Leghissa

    Dal momento in cui la pratica discorsiva del filosofo si è imposta come forma di sapere superiore a tutte le altre la metafora è stata vista come un semplice ausilio al quale ricorrere quando la teoria non funziona nel modo in cui è supposta funzionare. Non sono mai mancati, tuttavia, coloro che ritenevano la dimensione del concetto incapace di saturare il senso rendendo possibile eliminare del tutto il metaforico. Sarà Novecento che il discorso filosofico supererà ogni pregiudizio nei confronti della figuratività, dell’iconico, del narrativo integrandoli quali parte integrante dell’argomentazione filosofica. Nel presente numero si farà riferimento ad alcuni autori utili ad illustrare in modo paradigmatico lo scenario appena delineato.

  • amore Méditations amoureuses
    No. 16 (2022)

    A cura di Veronica Cavedagna e Giovanni Leghissa

    Come l’essere, anche l’amore si dice in molti modi. Diverse sono le grammatiche dell’amore, e diverse sono le fenomenologie dell’esperienza amorosa. Complicati sono pure i fili che annodano le grammatiche dell’amore, che permettono cioè di raccontare le storie d’amore, con le esperienze amorose, le quali, anche quando si dicono nella parola non pronunciata dell’estasi erotica o nel silenzio che accompagna il lutto dovuto alla perdita dell’oggetto amato, sono sempre tese verso il loro dirsi, verso una narrazione possibile. Purificare, o emendare, tali grammatiche non è impresa facile, ma, riconoscendo che in molte di esse si cela la presenza – a volte nemmeno tanto nascosta – del dominio maschile o patriarcale, è per lo meno auspicabile fornirne una decostruzione.

  • Alea Alea. Pratiques artistiques et modes de subjectivation
    No. 14 (2021)

    Edited by Benoît Monginot, Stefano Oliva e Sébastien Wit

    Si reconnaître le dépassement du projet artistique par l’altérité de causes déterminantes est un lieu commun des représentations du faire artistique (qu’on songe aux différentes théories de l’inspiration divine, à celles du conditionnement idéologique involontaire, à la postulation de l’existence d’une logique de l’inconscient etc.), l’implication du hasard comme cause de l’œuvre donne lieu à une situation critique puisqu’elle ne permet pas d’accéder à une interprétation de l’œuvre comme manifestation d’une vérité qui lui préexisterait en dieu, comme détermination sociale ou psychanalytique des formes produites et interprétées. Pour le dire autrement, la reconnaissance ou la revendication d’une part de hasard semble impliquer des modes de signifiance pour lesquels l’identification d’un projet devient hautement problématique.

  • Time and the Continuum Il tempo e il continuo
    No. 13 (2020)

    A cura di Cord Friebe e Marcello Garibbo

    Nonostante lo sviluppo di una definizione matematica e rigorosa del continuo attraverso i lavori di Cantor e lo sviluppo teoria degli insiemi a fine ‘800, la continuità del tempo rimane un problema per la filosofia contemporanea. Questo vale soprattutto per quelle teorie che accentuano la natura dinamica del tempo e del cambiamento, come la teoria A del tempo e in particolare il presentismo. Come è possibile pensare il tempo come continuo e perciò come esteso, se esso è, in quanto dinamico, in eterno divenire? Come  possiamo concepire la continuità del tempo in contrapposizione alla continuità dello spazio? Attraverso un analisi di diverse concezioni del continuo nella storia della filosofia così, il presente volume intende esplorare diverse risposte a tali domande.

  • The Impossible Presence. Husserl and Passive Syntheses La présence impossible. Husserl et synthèses passives
    No. 12 (2020)

    Sous la direction de Claudio Tarditi et Alberto Giustiniano

    Comme on le sait, le volume XI de Husserliana 1 (1966) rassemble les manuscrits que Husserl a consacrés au problème de la synthèse passive entre 1918 et 1926. En fait, la publication la plus récente du Bernauer Manuskripte dans le volume XXXIII (2001), sur lequel Husserl a travaillé avec Edith Stein au cours des étés 1917 et 1918, montre comment le thème de la passivité était latent depuis longtemps, puisqu'il était étroitement lié au problème - "le plus complexe de tous les problèmes phénoménologiques" (Husserl 1966a, 276) - de la conscience interne de l'époque.

  • Copertina PK#11, Parti, insiemi e sistemi. Il concetto di emergenza in filosofia Parti, insiemi, sistemi. Il concetto di emergenza in filosofia
    No. 11 (2019)

    A cura di Erica Onnis

    Il presente volume di Philosophy Kitchen è la prima pubblicazione in Italia che si ponga come obiettivo quello di offrire una visione d’insieme del dibattito emergentista contemporaneo. Il volume si apre con l’articolo di Joel Walmsley, che offre una ricostruzione teorica dell’Emergentismo Britannico, e con quello di Erica Onnis, che propone un’analisi dei criteri e delle tassonomie elaborate nel dibattito filosofico contemporaneo...

  • Filosofia e fantascienza. Spazi, tempi e mondi altri
    No. 10 (2019)

    A cura di Antonio Lucci e Mario Tirino

    «L’uomo, senza utopia, precipita nell’inferno di una quotidianità che lo espropria di ogni significato e lo uccide poco a poco; ma non appena mette mano alla realizzazione di quella utopia, al tempo stesso prepara le condizioni per una quotidianità sempre più atroce». Così, più di vent’anni fa, il matematico, mediattivista e futurologo prematuramente scomparso nel 2013 Antonio Caronia (1996, p. 58), riassumeva il nesso inscindibile che lega, come in un inquietante nastro di Moebius, le utopie alle distopie.

  • Soggettivazioni. Segni, scarti, sintomi
    No. 9 (2018)

    A cura di Lorenzo Curti e Irene Ferialdi

    L’intento di questa raccolta, che prende il titolo di “Soggettivazioni”, è stato quello di aprire una riflessione attorno alla teoria della soggettivazione lacaniana, così per come ce l’ha lasciata in eredità Lacan, a singhiozzi, nei testi stabiliti a partire dai suoi trent’anni di insegnamento orale. Cosa può dirci una psicoanalisi asistematica, distante dalle istituzioni universitarie rispetto a problemi di una concretezza innervata di realtà?

  • Liberalismi eretici. La "civile filosofia" dei liberali italiani
    No. 8 (2018)

    A cura di Giovanni Leghissa e Alberto Giustiniano

    Da qualche tempo alcuni autori italiani attivi nel campo disciplinare della filosofia stanno conoscendo una notevole fortuna all’estero, in special modo nell’area anglosassone. Si è così potuto parlare, addirittura, di una Italian Theory, da affiancare alla French Theory quale risorsa da mobilitare in vista della costruzione di un discorso critico sul presente.

  • Law & (dis)order. Norma, eccezione, fondamento
    No. 7 (2017)

    A cura di Mauro Balestrieri e Alberto Giustiniano

    Il numero che qui si presenta cerca di affrontare in un’ottica eminentemente interdisciplinare l’articolata concettualità che il mondo del diritto manifesta e offre al pensiero filosofico. I contributi che lo compongono hanno il merito di proporre una riflessione ragionata e sfaccettata, critica e trans-istorica, sulle molteplici morfologie che la legge sembra assumere tanto nella sua evoluzione storica, quanto nella concreta condizione contemporanea.

  • Isomorfismi. Forme del pensiero, forme della realtà
    No. 6 (2017)

    A cura di Veronica Cavedagna e Ludovica Conti

    Nel corso del Novecento i concetti di forma e di struttura subiscono un radicale ripensamento. Emblematico è il caso della matematica: sebbene la nozione di struttura avesse fatto la sua comparsa già nel secolo precedente in ambito algebrico e insiemistico, solo in questo secolo si assiste al tentativo di ripensare l'intera scienza alla luce di tale nozione.

  • L’impersonale. Si pensa, si sente, si crea
    No. 5 (2016)

    A cura di Carlo Molinar Min e Giulio Piatti

    Il tema dell’impersonale costituisce il fulcro di un dibattito odierno forse sfuggente ma variamente presente in assi tematiche e ambiti di ricerca assai differenti. Si tratta, molto in generale, di un tentativo di rimettere in discussione la nozione di soggettività, antropologicamente circoscritta, per giungere a teorizzare una sorta di spazio impersonale, capace di fondare e articolare le linee dell’intero piano della realtà concretamente esperibile.

  • Ontologie. Realtà delle cose e cose della realtà
    No. 4 (2016)

    A cura di Claudio Tarditi

    La realtà è dura, si dice. Non è una questione di “visione pessimistica del mondo”, come si potrebbe pensare di primo acchito. Piuttosto, è la semplice ‒ quasi ovvia ‒ constatazione che il nostro incontro con la realtà è sempre anche uno “scontro”, un impatto con qualcosa che ci precede e ci resiste. Metaforicamente, uno scontro con qualcosa a cui non importa nulla della nostra esistenza.

  • Wargames. Strategie, relazioni, rappresentazioni
    No. 3 (2015)

    A cura di Valter Coralluzzo

    “Mai più guerre!” per lunghi decenni, la coscienza collettiva europea dopo le due guerre mondiali e quella americana dopo la guerra del Vietnam ha trovato in questo motto una fonte di ispirazione duratura ed efficace. Tale atteggiamento antibellicista non nasceva però da una riflessione razionale sull’opportunità di scegliere altri metodi, diversi dalla guerra, per dirimere le controversie. Esso nasceva da un moto di ripulsa e di disgusto...

  • Cartografie dell’attualità. Per una critica della ragion spaziale
    No. 2 (2015)

    A cura di Carlo Galli

    Muoversi comporta costruire spazi. Che gli spazi siano costruiti non significa che la materialità di pianure mari monti fiumi foreste sia irrilevante: anzi, è proprio a partire dai vincoli imposti da tale materialità che procede il processo di ominizzazione. Il compito delle scienze umane, allora, consiste nel pensare l’intreccio tra questi vincoli ‒ la datità dell’elemento geografico, potremmo dire ‒ e quegli atti, collettivi e individuali, di conferimento di senso che rendono gli spazi l’a priori materiale della storicità.

  • Il prisma trascendentale. I colori del reale
    No. 1 (2014)

    A cura di Philosophy Kitchen

    Non occorre un grande impegno teorico per mostrare come si possa fare filosofia senza ricorrere alla nozione di “trascendentale” ‒ oppure, in maniera più profonda, senza assumere la posizione trascendentale. Lo mostra, banalmente, la storia del pensiero filosofico novecentesco. Dalla filosofia analitica alla filosofia ermeneutica, non si contano le tradizioni filosofiche che hanno reso persuasiva l’idea secondo cui l’interrogazione filosofica potesse ‒ e, anzi, dovesse ‒ articolarsi senza ripetere il gesto fondativo, ovvero senza declinare la domanda sulla fondazione in modo tale da dover passare attraverso la questione

  • EXTRA#1 - Mito. Mitologie e mitopoiesi nel contemporaneo
    Vol. 1 (2016)

    A cura di Giovanni Leghissa ed Enrico Manera

    Negli ultimi quindici anni di ricerca e insegnamento i temi e i soggetti a cui abbiamo rivolto la nostra attenzione, a partire da posizioni e con traiettorie indipendenti, hanno mostrato un denominatore comune che si può indicare nel mito. Ogni volta, nell'affrontare con strumenti e sguardi di volta in volta monografici o tematico-discorsivi, oggetti disparati legati alle dimensioni della politica, della società...

  • EXTRA#2 - TURNS. Dialoghi tra architettura e filosofia
    Vol. 2 (2018)

    A cura di Carlo Deregibus e Alberto Giustiniano

    TURNS. Dialoghi tra architettura e filosofia è la traccia di un dialogo spesso acceso, ricco di incomprensioni e riconciliazioni, che coinvolge architetti e filosofi, docenti e professionisti, e ancora biologi, dottori di ricerca, studenti. È il racconto di due discipline, architettura e filosofia, che si voltano per guardarsi reciprocamente, provando a innescare una svolta concettuale che deve divenire un nuovo punto di partenza. Precisamente questo è il doppio significato del termine “Turns”...

  • EXTRA#3 - Schema. Verso un dizionario filosofico-architettonico
    Vol. 3 (2019)

    A cura di Veronica Cavedagna e Andrea Alberto Dutto

    Il volume è il risultato del lavoro condiviso tra esponenti di due discipline: filosofia e architettura. Durante un simile lavoro si è cercato, da un lato, di chiarire gli assunti che stanno alla base dei discorsi e delle pratiche delle due discipline, pertanto peculiari a ciascuna; dall’altro lato, di individuare le aree di indecisione o indeterminatezza ai bordi delle discipline stesse, aree in cui le rispettive identità tendono a sfumare reciprocamente.