Perché le (presunte) "stazioni di polizia cinesi" e i (reali) Centri di servizio per i cinesi d'oltremare meritano attenzione
DOI:
https://doi.org/10.13135/2280-8035/7414Abstract
Questi Centri servizi per i cinesi all’estero (Huázhù zhōngxīn 华助中心) non sono una novità. A Milano, il primo aprì provvisoriamente in via Lepetit nel 2015, per poi stabilirsi definitivamente in via Bramante 8, presso la sede della storica Associazione Cinese a Milano (Mǐlán Huáqiáo Huárén gōngshānghuì 米兰华侨华人工商会), la più antica ed importante associazione cinese d’Italia, che fin dal 1945 assiste le autorità consolari cinesi nel disbrigo di pratiche che riguardano i cittadini cinesi originari del Zhejiang. Questo specifico centro è inoltre affiliato alla rete di centri servizi per cinesi residenti all’estero organizzato dalla Municipalità di Wenzhou, qualificandosi come un Wenzhou Overseas Chinese Center. Vi si offrono servizi come la prenotazione del rinnovo del passaporto, la delega per la richiesta del visto (per chi è di origine cinese, ma cittadino italiano), l’assicurazione per gli studenti cinesi all’estero, assistenza legale, ecc. Questi centri, per erogare tali servizi, non solo devono poter contare su raccordi organizzativi con il Consolato cinese di Milano, ma anche su canali di comunicazione diretti con le autorità delle proprie zone di origine in Cina. In nessun caso si tratta di attività di carattere clandestino o “segreto”.