Call for abstracts
Un nuovo paradigma della "cinesità"?
Anno 2024, volume 15, numero 2
È aperta una Call for abstracts per il volume 15, numero 2 (2024), la cui sezione tematica sarà dedicata alle nuove accezioni dell'identità cinese.
Tema oggetto della sezione tematica del numero
La fine dell'emergenza pandemica in Cina e la piena riapertura del paese agli scambi internazionali pare aver inaugurato anche una nuova fase nel lungo e sofferto processo di ridefinizione dell'identità cinese. Se l'età delle riforme aveva proposto al mondo un'idea aperta e cosmopolita di "cinesità", in cui le promesse di un'ascesa inarrestabile sulla ribalta globale si coniugassero con la disponibilità ad accogliere le istanze di rappresentanza e di riconoscimento di una società cinese sempre più scopertamente plurale e scossa da trasformazioni rapidissime anche sul piano culturale, la cosiddetta Nuova Era sembra aver consolidato la propria cifra narrativa in un simbolico ritorno all'unità e singolarità dell'esperienza cinese.
In campo politico, si rinnova il richiamo a "ricordare la missione originaria" del Partito comunista cinese, che si vuole coniugare alla rinascita e alla piena affermazione di un'identità nazionale cinese il più possibile compatta e unitaria. Questo riorientamento implica un rigoroso monitoraggio e governo di tutte le identità cinesi marginali e liminali: dalle minoranze etniche, linguistiche e religiose, a quelle politiche e culturali, ivi compreso il magmatico universo della diaspora cinese. In campo culturale, si fa strada una visione sempre più palesemente prescrittiva della nazione cinese, concepita come una comunità di destino definita in termini etnici, linguistici, storici che non lasciano spazio a declinazioni ulteriori, interpretazioni alternative o cauti distinguo accademici.
Questo processo di ridefinizione del paradigma dell'identità nazionale cinese si snoda in parallelo a un crescente senso di isolamento politico-culturale. Se ne colgono i segnali, per esempio, nella forte riduzione della presenza di studenti e studiosi stranieri, in particolare occidentali, come pure di professionisti espatriati e residenti a lungo termine in Cina, anche solo rispetto a dieci anni fa. In un paese che storicamente è connotato da livelli bassissimi di immigrazione straniera, questa ulteriore contrazione contrasta acutamente con il ruolo di attore politico globale di primissimo piano che esso ormai da tempo gioca in campo diplomatico ed economico.
Questo numero di OrizzonteCina si propone dunque di esplorare la formazione possibile di un nuovo paradigma della "cinesità" e le implicazioni che tale costrutto politico-identitario ha dentro e fuori i confini della Repubblica popolare cinese. Il numero accoglie articoli non precedentemente pubblicati che offrano un contributo originale su tematiche relative a queste implicazioni, riferite in particolare (ma non esclusivamente) ai seguenti ambiti:
- Nuove narrazioni identitarie:
- incentrate sulla definizione della nazione cinese e di chi è chiamato a farne parte;
- declinate in senso proattivamente assimilatorio, tanto nei confronti delle minoranze etniche cinesi, quanto nei confronti della diversità linguistica cinese (repressione dei fangyan e dei relativi dialetti);
- intese in chiave politica militante, ovvero come mobilitazione dei membri del Pcc e della società in senso ampio ai fini di una maggiore consapevolezza nazionale;
- coniugate allo sviluppo di un linguaggio nazionalista, nativista e razzializzante, tanto nella comunicazione politica, quanto nei media e nella pubblicistica accademica.
- Implicazioni istituzionali:
- riformulazione e riordino degli organismi politico-amministrativi preposti al presidio e al governo delle minoranze, nonché alla promozione di una coscienza nazionale nella politica e nella società;
- presidio della correttezza interpretativa e narrativa in ambito politico, comunicativo e accademico;
- incentivazione di curricula improntati alla promozione di una nuova identità nazionale cinese in campo educativo ad ogni livello e in ogni contesto cinese, comprese le regioni autonome e la sfera dei cinesi d'oltremare;
- pratiche discorsive connesse ai processi nazionali e locali di sostegno o di opposizione allo sviluppo di un nuovo paradigma identitario nazionale cinese.
Il Comitato editoriale di OrizzonteCina invita autori e autrici che desiderano contribuire alla riflessione su questi temi a inviare i propri abstract all’indirizzo email orizzontecina@tochina.it entro il 15 aprile 2024. Unitamente all’abstract, si prega di indicare quale tipologia di articolo si intende proporre, tra quelle ospitate da OrizzonteCina, in caso di accettazione dell’abstract.
Autori e autrici i cui abstract saranno accettati possono trovare sul sito della rivista le norme editoriali per la successiva stesura dei saggi, unitamente alle informazioni sul processo di peer-review.
Il calendario della lavorazione di questo numero di OrizzonteCina prevede le seguenti scadenze:
15/04/2024 – invio degli abstract in risposta a questa Call for abstracts
20/04/2024 – comunicazione della decisione sugli abstract accolti e declinati
30/09/2024 – consegna dell’articolo e avvio del processo di peer-review
31/10/2024 – comunicazione degli esiti del processo di peer-review
Dicembre 2024 – uscita del numero in formato digitale.
Si segnala che OrizzonteCina accoglie proposte di contributi sui temi di interesse della rivista anche al di fuori delle call for abstracts. Le proposte di saggi singoli possono essere inviate in qualunque momento dell'anno trasmettendo un abstract all'indirizzo email orizzontecina@tochina.it. Unitamente all'abstract, si prega di indicare quale tipologia di articolo si intenda proporre tra quelle ospitate da OrizzonteCina e menzionate sopra.
ARCHIVIO CALLS
La Cina quale attore internazionale di sviluppo
Anno 2024, volume 15, numero 1
È aperta una Call for abstracts per il volume 15, numero 1 (2024), la cui sezione tematica sarà dedicata al ruolo della Cina quale attore internazionale di sviluppo
Tema oggetto della sezione tematica del numero
A dieci anni dal lancio delle nuove Vie della seta, la Cina ha acquisito un ruolo di rilievo nel panorama delle iniziative di sviluppo internazionale, con particolare riferimento a quelle incentrate sul ruolo delle grandi infrastrutture nel promuovere obiettivi di crescita economica. Progetti sostenuti da istituzioni finanziarie controllate da Pechino e spesso affidati ad aziende cinesi sono diventati comuni nel panorama delle misure di sviluppo infrastrutturale adottate in ampie aree del globo, dal Sudest asiatico all’Europa orientale, dall’Africa subsahariana al Sudamerica. Sovente, le iniziative cinesi hanno ereditato progettualità a lungo cullate da istituzioni finanziarie multilaterali (Banca mondiale in primis) e dalle élite politiche ed economiche dei paesi beneficiari.
Quale che ne sia la genesi, il crescente ruolo cinese in quest’ambito è destinato ad avere implicazioni sistemiche in aree considerevoli del globo. Queste implicazioni toccano sia dimensioni tangibili (ad esempio flussi finanziari a sostegno dei progetti di sviluppo; impatti sociali ed ecologici degli stessi) che istituzionali, relative cioè alle regole, norme sociali, e sistemi valoriali alla base di una determinata visione di sviluppo e delle sue declinazioni pratiche. Questo numero di OrizzonteCina si propone di esplorare queste implicazioni. Il numero accoglie articoli non precedentemente pubblicati che offrano un contributo originale su tematiche relative a queste implicazioni, riferite in particolare (ma non esclusivamente) ai seguenti ambiti:
- Implicazioni tangibili:
- mappatura della presenza e distribuzione degli investimenti cinesi per lo sviluppo;
- impatti sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei sistemi beneficiari, a livello nazionale e/o locale.
- Implicazioni istituzionali:
- mappatura dei processi decisionali impiegati nella fase di identificazione, formulazione e autorizzazione dei progetti;
- impatti su strutture e processi di governo dei progetti infrastrutturali nei paesi beneficiari, con particolare attenzione ai quadri di riferimento per l’approvazione e gestione di progetti infrastrutturali (es. processi di pianificazione territoriale e ambientale);
- interazione con i processi politici locali, ivi inclusi i processi di (a) generazione del consenso e (b) resistenza e creazione di visioni di sviluppo alternative da parte di elementi della società civile;
- pratiche discorsive connaturate ai processi locali di sostegno (o opposizione) ai progetti di sviluppo infrastrutturale promossi dalla Cina.