Indicazioni per gli autori

NORME GENERALI

 

Gli articoli dovranno avere una lunghezza massima di 50.000 battute, spazi compresi, preceduti da un abstract di 150 parole con titolo e 5-6 parole-chiave, il tutto in inglese. Alla fine, una breve nota biografica (6-7 righe) sull’autore.

Al seguente link si può scaricare il template per la redazione dell’articolo secondo i criteri redazionali della rivista.

Gli articoli dovranno essere anonimi, preparati per la peer review.

 

Gli articoli che non rispettano tali criteri non saranno accettati.

 

Si accettano articoli in italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco.

 

Gli articoli dovranno essere consegnati in formato elettronico e scritti in uno dei wordprocessor più diffusi (preferibilmente Word per Microsoft o Apple). Si possono usare i corsivi; evitare invece le sottolineature o i grassetti.

 

 

NORME REDAZIONALI

 

 

  1. Norme ortografiche

 

Si raccomanda:

1) la correttezza nell’accentazione delle vocali: a, i, o, ù (sempre con accento grave); cioè, è (grave); né, sé, perché, benché ecc. (acuto);

2) l’uso dell’apostrofo ’ e non quello ' ;

3) p. e pp. (non pag. o pagg.) per indicare una o più pagine;

4) s. e ss. (e non seg. e segg.) per indicare “seguente” e “seguenti”;

5) cap. e capp. (capitolo e capitoli);

6) cit. (quando si fa riferimento a un testo già citato);

7) cfr. (confrontare, quando non si cita esplicitamente da un testo ma vi si rimanda per suffragare ciò che si dice);

8) vol. e voll. (volume e volumi);

9) [N.d.A.] nota dell’autore;

10) [N.d.T.] nota del traduttore.

 

Cit. andrà in tondo; in corsivo et al., ibidem (o ibid.), passim, supra, e infra.

Nell’uso dei trattini usare quelli diacritici, di media lunghezza, per gli incisi (es.: ... ed è – per così dire – ...), quelli brevi per le parole composte (es. non-essere, in-sé, 1983-1985, ecc.).

 

 

  1. Citazioni

 

Le citazioni di meno di cinque righe vanno indicate tra virgolette a sergente: «...». Le citazioni dentro la cita­zione vanno indicate con virgolette: «... “...”...». Le citazioni di più di cinque righe vanno in corpo minore rientrate rispetto al testo normale di un centimetro a destra e a sinistra, senza virgolette.

Le omissioni all’interno delle citazioni vanno indicate con tre punti tra parentesi quadre […].

Delle citazioni da opere di cui esiste una traduzione italiana è preferibile riportare la traduzione esistente.

 

 

  1. Note

 

Le note dovranno essere brevi ed essenziali. I rimandi di nota precedono i segni di interpunzione nel caso di virgola, punto, due punti, punto e virgola; li seguono nel caso di punto interrogativo, punto esclamativo, parentesi.

Per i riferimenti bibliografici rispettare le seguenti indicazioni:

 

  1. Sistema autore, titolo:

 

  1. a) opere citate per la prima volta:

 

1) G. Pasquino, Modernizzazione e sviluppo politico, Bologna, II Mulino, 19702 (dove il numero in esponente sta a indicare la 2a edizione), p. 9 (pp. 9-13, pp. 5s., pp. 7ss.) [Tra il numero di pagina e la s. (seguente) non ci devono essere spazi, così come tra la fine della parola e la punteggiatura].

2) Opere in traduzione: J. Derrida, De la grammatologie, Paris, Minuit, 1967, p. 103 (tr. it. di R. Balzarotti, F. Bonicalzi, G. Contri, G. Dalmasso, A.C. Loaldi, Della grammatologia, Milano, Jaca Book, 19982, p. 123).

3) Saggi in opere collettive: G. Pasquino, Lo sviluppo politico, in Antologia di scienza politica, a cura di G. Sartori, Bologna, II Mulino, 1970, pp. 419-472.

4) Saggi in riviste: M.M. Kellner, Democracy, «Journal of Politics», 37 (1975), n. 4, pp. 35-64.

5) Opere con curatori: M. Caciagli e A. Spreafico (a cura di), Un sistema politico alla prova, Bologna, II Mulino, 1973.

 

  1. b) opere già citate in precedenza:

 

  1. Pasquino, Modernizzazione e sviluppo politico, cit., p. 67.
  2. Weber, Wirtschaft und Gesellschaft, tr. it. cit., vol II, p. 3.

 

Si usano le virgolette “…” per indicare parti di libro (capitoli, paragrafi, ecc.). Esempio:

  1. Habermas, La costellazione postnazionale, Milano, Feltrinelli, 1999, cap. I, “Imparare dalle catastrofi? Ripensando al secolo breve”, pp. 5-28.

 

Usare il corsivo per i saggi contenuti all'interno di una raccolta. Esempio:

W.V.O. Quine, Epistemologia naturalizzata, in Idem, La relatività ontologica e altri saggi, Roma, Armando, 1986.

 

Si usa Idem quando, in una stessa nota o in note contigue si citano più testi dello stesso autore. Es.: H. Putnam, Ragione, verità e storia, Milano, II Saggiatore, 1985; Idem, Rinnovare la filosofia, Milano, Garzanti, 1998.

Si usa “Ivi” per riferirsi all’opera citata nella nota immediatamente preceden­te, ma non la stessa pagina, purché nelle due note in questione venga indicata una sola opera e non vi sia possibilità di confusione:

 

1 G. Pasquino, Modernizzazione e sviluppo politico, cit., p. 68.

2 Ivi, p. 89.

 

Nel caso si tratti della stessa opera e della stessa pagina usare Ibid.

 

La bibliografia al fondo del testo sarà costruita secondo il seguente schema:

Cognome, Iniziale puntata del nome, Titolo in corsivo, città, casa editrice, anno (oppure indicazioni della rivista).

 

  1. Sistema autore, anno

 

In questo sistema è sufficiente indicare, riportandoli nel testo tra parentesi tonde, il cognome dell’autore (se ciò non crea equivoci con eventuali omonimi) e l’anno di edizione del libro.

 

Ad esempio:

(Derrida 1967: 103; 123).

In questo caso il primo numero dopo i due punti indica la pagina dell’edizione originale, il secondo quella della traduzione italiana.

In questo sistema “idem”, “ivi” o “ibid.” devono essere usati solo quando sia chiaro il testo a cui ci si riferisce, ovvero quando lo si possa facilmente reperire nelle righe precedenti: se il riferimento è distante, è opportuno ripeterlo.

La bibliografia al fondo del testo sarà di conseguenza costruita evidenziando l’anno di edizione, secondo il seguente schema:

Cognome, Iniziale puntata del nome, anno: Titolo in corsivo, città, casa editrice (oppure indicazioni della rivista).

 

Ad esempio:

Derrida, J., 1967: De la grammatologie, Paris, Minuit. Tr. it. di R. Balzarotti, F. Bonicalzi, G. Contri, G. Dalmasso, A.C. Loaldi, Della grammatologia, Milano, Jaca Book, 19982.

 

Lo stesso dicasi per gli articoli in riviste, per le quali valgono i criteri esposti al punto precedente.

Nel caso si citi da una edizione successiva alla prima, si può segnalare l’anno della prima edizione dopo il titolo, tra parentesi quadre. Ad esempio:

 

Heidegger, M., 1971, Sein und Zeit [1927], a cura di W. von Hermann, Frankfurt a.M., Klostermann.