The Legal Dilemma of Guantánamo Detainees From Bush to Obama

Autori

  • Linda Ann Malone

DOI:

https://doi.org/10.13135/1592-4467/8719

Parole chiave:

American presidents, torture, military commission, Guantánamo detainees

Abstract

President Obama’s decision to try Khalid Sheikh Mohammed in a military commission has been characterized as an “implicit confession” that military commissions are the “best balance of security needs and protections for liberty.” In truth, over ten years of executive power-grabs, facilitated by a cooperative Congress and divided Supreme Court, have left trial by military commission the only available option. In this paper I review the evolution of the legal environment faced by the Guantánamo detainees. I show that the Mohammed’s commission proceedings will take place ten years after 9/11 for two reasons: the Bush administration unnecessarily, immorally, and illegally engaged in torture of the worst perpetrators of terrorist acts, and the Bush administration repeatedly chose to advance its theory of an all-powerful executive branch at the expense of prosecuting these perpetrators expeditiously. The effects of this policy of torture include delaying justice for victims of the attacks on 9/11 and on the USS Cole for over ten years.

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Pubblicato

2011-09-01

Fascicolo

V. 21 (2011): Joint Issue (vol. 21 and vol. 22) - The United States: A World Within, the World Without

Sezione

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