Sulla rivista

La rivista Re_Cibo nasce all’interno della Rete Italiana delle Politiche Locali del Cibo (https://www.politichelocalicibo.it) con l’obiettivo di creare un contesto interdisciplinare di dibattito e di confronto sul tema del cibo, guardando dunque ai suoi diversi significati, alle differenti fasi e dimensioni dei sistemi alimentari al rapporto cibo-territori e alle costruzione delle politiche del cibo.

La rivista è articolata in diverse sezioni. La prima, “Antipasti”, ospita tre rubriche: in “Un assaggio” parliamo di progetti in corso, progetti innovativi che vedono tra gli attori protagonisti città, territori, Università e associazioni e che, di norma, non emergono facilmente nel dibattito pubblico. La seconda rubrica, “Cosa bolle in pentola”, dà spazio a un tema intorno al quale diversi soggetti stanno lavorando. La terza rubrica,  “Quasi cotto”, affronta un progetto di ricerca sviluppato all’interno di un team, in cui diversi aspettidi carattere metodologico o di analisi e valutazione dei risultati non sono ancora definitivi, ma ancora aperti. L’obiettivo è quindi quello di ricevere idee, contributi e stimolare un dibattito con i potenziali lettori.

Dopo gli “Antipasti” seguono le portate centrali formate dagli articoli più lunghi – i nostri primi piatti – o più brevi – i nostri secondi piatti –, matutti in ogni caso sottoposti a peer review secondo le modalità consuete.

Segue una terza sezione chiamata “Caffè e ammazzacaffè”, anche in questo caso composta da tre rubriche: “Cibo per l’anima”, “Buone da mangiare” e “Street Food”. Nella prima si trovano recensioni di libri, ma anche di articoli e convegni; nella seconda vengono poste all’attenzione del lettore alcune buone (o cattive) pratiche, che provengono dai contesti territoriali locali; nella terza si riportano esperienze e aggiornamenti di politiche del cibo dalle città italiane, ma non solo.

La rivista Re_Cibo infatti vuole essere aperta anche sotto il profilointernazionale e ambisce a ospitare articoli e contributi per le sue rubriche che provengano da altri contesti territoriali oltre a quello italiano, con una particolare attenzione al “sud globale”. Sarà dunque possibile pubblicare articoli non solo in italiano, ma anche in altre lingue: spagnolo, portoghese, francese e inglese.