Re-enactment e Bildung: il caso etico de La reprise di Milo Rau

Autori

DOI:

https://doi.org/10.13135/2389-6086/9938

Parole chiave:

Realismo, NTGent, Re-enactment, Milo Rau, La reprise

Abstract

Considerato uno dei registi attualmente più provocatori, Milo Rau, direttore artistico del teatro NTGent, intellettuale attivista, ma pure sociologo politicamente impegnato ed esperto di giornalismo, è andato inserendosi nell’attuale difformità delle pratiche performative riconfigurando l’estetica teatrale a partire da quel “realismo globale” per cui «il teatro non è altro che un ritorno molto concreto a questa semplice lezione aristotelica: tutto ciò che consideriamo come reale non è che una convenzione sociale» (M. Rau). Dopo aver indagato i principi epistemologici sottesi alle procedure dei re-enactment che caratterizzano il teatro mondo di Rau – ridefinendo prassi e saperi che lo distanziano dalla forma teatrale del reality trend («Non si tratta della verità in senso tecnico, ma della verità della ‘ripetizione’ nel senso di Kierkegaard», afferma il regista) – l’intervento elegge a case study lo spettacolo La Reprise. Histoire(s) du théâtre (I) del 2018, in cui si ha la ricostruzione dell’assassinio a sfondo omofobo del trentenne belga di origine magrebina Ihsane Jarfi, avvenuto a Liegi nel 2012. Ripercorrendo il processo di scrittura legato allo spettacolo, ideato come una lotta contro i discorsi dominanti - concentrata sulla forculsione imposta dalla Legge sul soggetto – e analizzando le modalità di riconfigurazione signica del medium teatrale (il rapporto evento/documento, anche in relazione alla modellizzazione mediatica della performance), lo studio intende soffermarsi sull’interazione che il dispositivo de La reprise implica in relazione allo spettatore. Riflettendo sull’eredità ermeneutica che muove il pensiero di Butler (in particolare l’etica post-hegeliana del riconoscimento di Vite precarie) si proverà a comprendere come Rau insceni una scultura sociale in grado di mettere in discussione demarcazioni tra etica e politica, vita privata e sfera pubblica. La tematizzazione del principio di vulnerabilità del corpo, proiettato nell’eccedenza normativa della “temporalità sociale” e colto nella performatività dell’azione giuridica e morale, intende comprendere come La reprise metta in luce l’opaca (ir)responsabilità del soggetto spettatoriale, convocato in uno spazio pubblico che si fa agorà civile. Lontano da false ortopedie morali, la morte di Ihsane Jarfi può forse costituire l’avvio di un progetto educativo teatrale volto alla consapevolezza di una cittadinanza attiva dello spettatore.

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Biografia autore

Andrea Vecchia, Sapienza University of Rome

Si laurea in Discipline dello Spettacolo a Trieste. Vince il Master di Management dello Spettacolo dal vivo presso il Teatro Stabile del Veneto e Fondazione Lirica La Fenice di Venezia. Collabora con il Teatro Giuseppe Verdi di Pordenone per eventi culturali. Consegue presso Sapienza il dottorato di ricerca in Musica e Spettacolo sul teatro di Tadeusz Kantor. Sempre per Sapienza, in collaborazione con l’Istituto polacco di Roma, organizza un Convegno internazionale sull’arte e il teatro di Kantor. Partecipa in qualità di speaker a vari convegni universitari, occupandosi in particolare del teatro di Anagoor. Pubblica saggi ed interventi. Si occupa di questioni di filosofia ed estetica teatrale, con riferimento al mutamento delle strutture simboliche e delle configurazioni linguistiche implicate all’ambito performativo. Si interessa alle dinamiche antropologiche e psicoanalitiche sottese all’azione drammatica rispetto all’immaginario contemporaneo. È stato tra i membri del comitato redazionale di Sciami/Ricerche, webzine di Teatro, Video e Suono.

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Pubblicato

2024-06-30

Come citare

Vecchia, A. (2024). Re-enactment e Bildung: il caso etico de La reprise di Milo Rau. Mimesis Journal, 13(1), 193–220. https://doi.org/10.13135/2389-6086/9938

Fascicolo

Sezione

Saggi