L’Orfeo di Trisha Brown: il mito tra danza pura ed eloquenza mimica

Autori

DOI:

https://doi.org/10.13135/2389-6086/9675

Parole chiave:

danza, Orfeo, Trisha Brown, canto lirico, postmodern dance

Abstract

Nel 1998 la coreografa americana Trisha Brown, pioniera della post-modern dance, propone presso il Théâtre Royal de la Monnaie a Bruxelles una personale lettura dell’Orfeo di Monteverdi, per la quale offre la propria esperienza di innovatrice al confronto con un mito fondante della cultura occidentale e con la celebre partitura di Monteverdi del 1607, pietra miliare della storia del melodramma e del teatro europeo. Per la Brown, artista connotata da un approccio concettuale alla composizione coreografica, fu quella un’opportunità per approfondire la riflessione sul rapporto tra narrazione e astrazione, nonché la possibilità di verificare e rinnovare la propria ricerca sul movimento, accettando la sfida imposta dal dialogo con la complessità della partitura musicale e con la stratificazione culturale della tradizione. Tuttavia, se l’intelligenza del progetto coreografico e registico furono essenziali nel decretare il successo dell’opera, nell’articolo si evidenzia come sia il corpo del cantante il ‘luogo’ dove rintracciare i segnali di quella che Brown ammette essere una svolta nel proprio percorso artistico. Inoltre, soffermarci oggi su questo particolare aspetto della produzione artistica di Trisha Brown ci sembra interessante anche in considerazione di una valutazione retrospettiva sulla post-modern dance, sulla sua eredità storica e sulle questioni ancora generative legate alla grande sperimentazione sul corpo e sulla scrittura del gesto che ha caratterizzato il periodo compreso fra gli anni Sessanta e Ottanta.

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Biografia autore

Aline Nari, Ricercatrice indipendente

Aline Nari, artista e studiosa, ha conseguito nel 2005 il titolo di Dottore di Ricerca in Italianistica presso l’Università di Genova. Dal 2015 al 2018 ha insegnato Storia della danza presso l’Università di Pisa. È stata autrice di pubblicazioni sulla drammaturgia e sulla danza del XVIII e XX secolo per riviste specialistiche. Lavora inoltre come danzatrice e coreografa dal 1993 nell’ambito della danza contemporanea, dell’opera lirica, della danza urbana, in Italia e all’estero. A lungo danzatrice nella Compagnia Sosta Palmizi, poi fondatrice di UBIdanza, è dal 2014 parte di ALDES. Suoi spettacoli sono stati rappresentati in diversi paesi europei e hanno ricevuto il sostegno di istituzioni nazionali e internazionali. I suoi interessi di ricerca vertono sulla storia della danza del secondo Novecento, sui rapporti tra drammaturgia e letteratura, danza e letteratura con particolare attenzione a questioni ontologiche (il tema della presenza) e ad aspetti collegati alla fruizione.

 

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Pubblicato

2024-06-30

Come citare

Nari, A. (2024). L’Orfeo di Trisha Brown: il mito tra danza pura ed eloquenza mimica. Mimesis Journal, 13(1), 175–191. https://doi.org/10.13135/2389-6086/9675

Fascicolo

Sezione

Saggi