Danzare il paesaggio: pratiche ecologiche tra coreografia e territorio

Autori

DOI:

https://doi.org/10.4000/mimesis.2840

Parole chiave:

biopolitics, corporeality, choreography, dance studies, aesthetics

Abstract

L’articolo indaga le modalità di relazione tra danza e paesaggio costituendo una prospettiva interdisciplinare che integri discipline paesaggistiche, scienze della sostenibilità, con performance studies e discipline della danza. Applicando questa lente si intende inserire alcuni significativi fenomeni e processualità che la danza ha intrapreso, già nel secolo scorso, in relazione con gli ambienti naturali. Dai ‘pionieri’ della modern dance Isadora Duncan e Rudolf Laban fino alla ricerca del secondo Novecento di Anna Halprin, il movimento del corpo si è confrontato in vario modo con gli spazi naturali, agendo insieme al paesaggio e non semplicemente occupandolo. Negli anni Novanta lo sviluppo di una ricerca ecologica all’interno delle arti performative ha ulteriormente confermato quest’indagine attraverso l’ecoperformance (Maura Baiocchi) e l’ecodanza, mettendo in evidenza come il lavoro artistico potesse costituirsi integrando gli elementi naturali rinnegando, però, la centralità del corpo. Una dinamica che avrà un’influenza notevole nelle generazioni successive. Si guarderà, a proposito, il terzo paesaggio della danza in Italia, come lo definisce Acca, dove alcune realtà indagano le possibilità di abitazione dello spazio naturale e pubblico attraverso la danza come dom- e Fabrizio Favale. Per meglio definire quest’ultimo ci si focalizzerà sulla processualità di due lavori costituiti all’interno del progetto Bodyscape di Danza Urbana (2022): Sull’irrequietezza del divenire di Elisa Sbaragli, Edoardo Sansonne e Fabio Brusadin e La möa. Danza per corpo e torrente di Lorenzo Morandini. Entrambi questi progetti si realizzano in spazi pubblici e integrano una forte relazione con il paesaggio inteso come elemento culturale e naturale.

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Biografia autore

Emanuele Regi, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

Da gennaio 2022 è dottorando PON presso l’Università di Bologna per il corso di Arti visive, performative e mediali. Attualmente svolge un progetto che riguarda le relazioni tra arti performative e spazi naturali nel contesto delle Riserve MAB UNESCO. Presso il medesimo Ateneo collabora come cultore della materia per le cattedre di Storia del teatro e dello spettacolo (prof. Matteo Paoletti) e Organizzazione ed economia dello spettacolo (prof. Matteo Casari). È membro della redazione di «Antropologia e Teatro».

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Pubblicato

2023-12-22

Come citare

Regi, E. (2023). Danzare il paesaggio: pratiche ecologiche tra coreografia e territorio. Mimesis Journal, 12(2), 175–190. https://doi.org/10.4000/mimesis.2840