Tra danza, museo e video: strategie dialogiche in un incontro a più voci
DOI:
https://doi.org/10.4000/mimesis.2850Parole chiave:
dance, performance, museum, site-specific, screendanceAbstract
Partendo da una vocazione originaria interamente dedicata alla conservazione, valorizzazione e fruizione delle opere d’arte, negli ultimi decenni gli spazi museali pubblici si sono sempre più aperti a ospitare eventi performativi di danza. L’interazione tra museo e danza ha portato ad una maggiore articolazione delle possibilità di fruizione di entrambi, testando nuove configurazioni di commistione tra coreografia e arti figurative, sperimentando dinamiche di scambio e di sovrapposizione dei rispettivi pubblici, e suggerendo una rilettura e reinterpretazione degli spazi espositivi. L’articolo intende, attraverso l’analisi di alcune recenti esperienze, esplorare alcuni degli effetti di questo dialogo tra danza e museo, con particolare riferimento al ruolo che in esso ha ricoperto un ulteriore soggetto: l’arte videografica e cinematografica. Particolare attenzione è perciò stata riservata all’uso della screendancecome linguaggio preferenziale per la documentazione e la disseminazione degli interventi performativi coreutici pianificati e messi in atto negli spazi museali. La registrazione delle performance in un nuovo prodotto video artistico, con un suo proprio linguaggio espressivo nato dall’incontro di arte coreografica e arte cinematografica, assume in questi casi il valore di mediazione tra la dimensione effimera connaturata alla danza, e la tendenza all’archiviazione e alla conservazione nel tempo propria della dimensione museale.