Coreomanie e correnti affettive. Rilievi su "The Dancing Public" di Mette Ingvartsen
DOI:
https://doi.org/10.4000/mimesis.2790Parole chiave:
coreomania, voce, embodiment, new materialism, body archiveAbstract
La folla danzante per le strade è sempre stata considerata sospetta, come racconta la storia delle coreomanie. Esplosioni estatiche di danze implacabili, movimenti sussultori improvvisi, convulsioni corporee e gesti incontrollati hanno coinvolto, ricorsivamente, gruppi di persone nello spazio pubblico, suscitando condanna religiosa, riprovazione morale, manovre di controllo politico e dispostivi di patologizzazione a opera del discorso medico. La coreografa e ricercatrice Mette Ingvartsen dedica a questo tema un intenso periodo di studio che la conduce alla creazione di The Dancing Public, performance coreografica in cui il pubblico è invitato a fare l’esperienza del danzare insieme, sostando nella vibrazione simpatetica che si produce collettivamente. Il saggio analizza la scrittura di corpo e voce, concepita da Ingvartsen all’indomani dell'internamento forzato, dei controlli biomedici dell’agenda antipandemica di Covid-19. Da questa coreografia degli affetti emerge un’inquietudine di carattere biopolitico radicata nel presente che retroagisce interpellando la storia.