Per l'interpretazione di un verso ciceroniano (26 Mor.)
DOI:
https://doi.org/10.13135/2532-5353/1491Abstract
Il contributo analizza il verso 26 Mor. = 23 Traglia del primo libro del De divinatione ("tertia te Phtiae tempestas laeta locabit"). L'esametro latino è una traduzione di Il. 9, 363, verso altresì ripreso da Platone (Crit. 44 B).
L'autore si concentra sulla traduzione del termine tempestas, concludendo che si tratta di un corrispondente arcaico di tempus (compare con la medesima accezione anche nelle Dodici tavole). Rileva inoltre che, nel comporre il verso, Cicerone attinge allo stile dei carmina per rendere meglio in latino la religiosità del testo platonico.
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