Comunità, immunità, alterità: una biopolitica affermativa e oltre-umana?
DOI:
https://doi.org/10.13135/2036-542X/7602Parole chiave:
anthropology, biopower, community, life, post-human, politicsAbstract
Roberto Esposito sostiene che la biopolitica caratterizza l'intera modernità e che è costruita sulla disposizione immunitaria. L'im-munità è la negazione del munus che anima e costruisce la comunità: all'interno del paradigma immunitario, pensare la politica e l'ontologia significa considerare gli uomini come esseri assoluti, senza alcun tipo di impegno reciproco, abitati da un vacuum da negare. Per Esposito si tratta di dare forma a un paradigma antropologico (sistematizzato dall'antropologia filosofica del XX secolo) in cui l'uomo è pensato come distinto dall'animale in quanto capace di negare la propria natura e, più in generale, la propria relazione con il mondo e gli altri esseri - un paradigma, cioè, in cui la comunità non ha un posto "positivo". Per superare il paradigma immunitario, dobbiamo definire i contorni di una biopolitica affermativa, una politica "della" vita e non "sulla" vita. Questo cambiamento biopolitico richiede la comprensione del "flusso della vita", della sua apertura perenne e non protetta: Esposito sostiene che la vita è impersonale e intrinsecamente normativa, sovraumana e perennemente esposta al "fuori". Infine, questa prospettiva lascia aperta una domanda cruciale: può esistere un sovra-uomo senza l'uomo?