Il figurale a teatro
Bacon e l’evento sulla scena del Novecento
DOI:
https://doi.org/10.4000/mimesis.257Parole chiave:
Deleuze, Bacon, Lyotard, figurale, evento, stoicismo, teatro d'avanguardiaAbstract
Il saggio si propone di applicare la categoria del figurale – nei termini in cui Deleuze, a partire da Lyotard, se n’è servito per spiegare l’arte di Bacon – alla rivoluzione teatrale del Novecento, in modo da poterne evidenziare il significato evenemenziale e determinare come possa essere declinato oggi lo specifico dell’arte scenica. Tramite una rilettura dell’evento stoico deleuziano, si individua nel teatro l’unica arte capace, per via del proprio costituzionale dinamismo, di tracciare il confine mobile del senso divenendo scrittura di superficie, ma senza perdere allo stesso tempo lo spessore proprio del figurale. Si definisce così la duplice natura del suo essere spazio della differenza e quindi del desiderio, e allo stesso tempo linguaggio capace di esprimere nell’eternità del suo accadere il proprio senso, forma che traccia l’impermanenza della forma stessa, fantasma che duplica la vita nel suo scriversi sulla scena del cosmo. Si analizza, infine, in un’analisi trasversale che spazia dal procedimento artistico a quello onirico, la capacità del teatro non soltanto di figurare, ma pure di mostrare il processo della figurazione, duplicando così la storia del pensiero e la nascita del linguaggio, nel costituirsi di un sapere che scrive i corpi e li configura.