Pupidde e Clown
La maschera della differenzanel dialetto corporeo di Giovanna Velardi
DOI:
https://doi.org/10.4000/mimesis.425Parole chiave:
Giovanna Velardi, maschera, corpo, fiaba, grottesco, dancepoetry, delocalizzazioneAbstract
In Giovanna Velardi, coreografa e attrice, l’emancipazione dal balletto classico viene introiettata nella volontà di preservare e custodire una tradizione che trova motivo d’essere nel folclore e nella tradizione conferita dall’opera dei pupi ma anche da marionette cyberpunk. L’allestimento scenico essenziale, la musica dal vivo e la visual art sono elementi costitutivi nelle sue performance e le conferiscono quella differente sensibilità e quello scarto che intende porsi come difformità. Maschere di eccentrica visione e un’ironia stimolata dal gesto divengono spasmodica modalità comunicativa, impossibile e negata, ma mediata dal corpo e dalla voce. La lingua ricrea un linguaggio mimetico come un sussurro di lontana memoria. Categorie del fiabesco fomentano l’ambiguità in una trasfigurazione del mito che raffigura un odierno mostruoso e d’eccezione.