Un teatro di Marte possibile?

L’enorme fabbrica degli Ultimi giorni dell’umanità

Autori

  • Lindita Adalberti Università degli Studi di Pisa

DOI:

https://doi.org/10.4000/mimesis.2445

Parole chiave:

architettura industriale, Lingotto, Luca Ronconi, Daniele Spisa, Karl Kraus

Abstract

Il 29 novembre 1990 l’ex Sala Presse del Lingotto di Torino si anima di aristocratici, borghesi e militari viennesi, trasportati su carrelli mobili lungo le navate che delimitano lo spazio scenico degli Ultimi giorni dell’umanità. Trent’anni dopo lo storico debutto, lo spettacolo può dirsi una pietra miliare nel panorama teatrale italiano del Secondo Novecento. Questo contributo intende indagare gli aspetti scenografici dello spettacolo, in relazione all’insieme delle regie di Luca Ronconi condotte in spazi scenici extra-teatrali. Ad affiancare il regista nell’ideazione dell’impianto scenico è Daniele Spisa, che con questo spettacolo firma la prima scenografia della sua carriera. Le macchine tipografiche circondano fin dal principio attori e pubblico, quasi a voler inscenare un mystère, un pellegrinaggio salvifico tra i pilastri di un’antica chiesa sconsacrata, dove la fabbrica bellica prende il posto della bocca dell’inferno e la “stampa” diventa il tabernacolo di una società che volge al tramonto. All’interno dell’architettura industriale del Lingotto, le situazioni e le centinaia di personaggi raccontati da Kraus prendono vita attraverso l’incessante scorrere delle scene su binari costruiti appositamente per la rappresentazione, evocando la molteplicità delle ambientazioni del dramma.

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Biografia autore

Lindita Adalberti, Università degli Studi di Pisa

Lindita Adalberti è dottoranda di ricerca del ciclo XXXVII in Storia dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Firenze, Pisa, Siena. Dal 2017 lavora per la Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato (Pi) come Assistente alla Direzione Organizzativa per gli spettacoli della Festa del Teatro. Durante i primi anni di studi universitari condotti presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, corso di Progettazione e Arti Applicate – Scenografia, ha avuto modo di approfondire le componenti della messinscena teatrale da un punto di vista artistico e tecnico-pratico. Nel febbraio 2019 ha conseguito la laurea magistrale in Storia e Forme delle Arti Visive, dello Spettacolo e dei Nuovi Media all’Università di Pisa. L’interesse per l’arte teatrale le ha permesso di proseguire gli studi nel campo delle discipline storico-spettacolari con un approccio critico e storiografico, consolidato nell’ateneo pisano con la borsa di ricerca per il Progetto PRA_2018/2020: Documenti d’artista. Mappatura digitale dei processi creativi tra arti figurative e performative, cui ha fatto seguito la pubblicazione dell’articolo Geoscenografia di San Miniato. Il patrimonio architettonico come teatro urbano in E. Marcheschi, E. Marinai, M. Patti (a cura di), Documenti d’artista. Processi, fonti, spazi, archiviazioni (Pisa University Press 2021).

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Pubblicato

2022-06-13

Come citare

Adalberti, L. (2022). Un teatro di Marte possibile? L’enorme fabbrica degli Ultimi giorni dell’umanità. Mimesis Journal, 11(1), 19–37. https://doi.org/10.4000/mimesis.2445

Fascicolo

Sezione

Saggi