Riabilitazione sociale e interventi di educazione professionale per le popolazioni vulnerabili: revisione di letteratura e analisi dei documenti pubblicati in Italia per la ricerca di evidenze di efficacia e appropriatezza.
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Abstract
Introduzione
I termini Riabilitazione e Vulnerabile vengono indagati dai principali documenti internazionali di riferimento, nel dizionario di lingua italiana e in alcuni thesaurus tecnico scientifici. Sono riassunte funzioni, attività e competenze dell’Educatore professionale in collegamento con la riabilitazione ed un richiamo alla situazione in sviluppo del profilo professionale. Sono richiamate inoltre il riferimento alla comunità europea dei “social educator” ed una proposta originale di “social health education” italiana.
Materiali e Metodi
Viene descritto il quesito di ricerca (PICO), le correzioni operate, i database consultati, attraverso i quali sono stati selezionati i lavori oggetto di approfondimento.
Viene effettuato un focus sul lessico e vocabolario che è sintesi del lavoro di ricerca effettuato e proposta di suggerimento per condurre ulteriori ricerche di settore.
Risultati
Sono analizzati un lavoro di letteratura internazionale per ognuna delle sei aree di intervento dell’Educatore Professionale: Disabilità, Disagio psichico, Dipendenze patologiche, Minori e disagio, Adulti in difficoltà, Anziani e non autosufficienza. Sono analizzati lavori prodotti in Italia e riferimenti normativi sulla riabilitazione sociale. Per ognuno dei lavori selezionati, vengono segnalate evidenze scientifiche dei metodi e delle attività, così come i punti di debolezza indicati. Sono riportati alcuni originali riferimenti per l’attività di ricerca di efficacia e appropriatezza degli interventi di riabilitazione sociale dell’educazione professionale.
Discussione
Dall’esame dei lavori target riferiti, emergono le seguenti informazioni: la prevalenza di studi qualitativi vs. studi quantitativi, dovuta alla difficoltà nella raccolta dei dati su interventi sociali complessi; per gli interventi educativi sono segnalate limitate prove sostanziali di alta qualità e risultati per lo più misti; nonostante la numerosità dei lavori prodotti, non emergono prove robuste di efficacia rispetto ad alcuni percorsi di transizione anche per la poca specificità ai target ricercati; prove di efficacia sono segnalate nell’utilizzo dell’Individual Placement Support Employment, come metodologia di collocamento al lavoro delle persone vulnerabili; la forte indicazione ad investire sul rinforzo delle Activity Daily Living, sul sostegno al processo di partecipazione alla vita quotidiana ed al contrasto all’isolamento, aiutare le persone a scegliere, ad assumere rischi positivi, a partecipare attivamente alla definizione dei propri progetti di vita; la marginalità della riabilitazione sociale e altresì i positivi segnali che incoraggiano la ricerca in questo settore.
Conclusioni
Emergono utili indicazioni ed interventi elettivi per la figura dell’Educatore professionale già presenti o che possono entrare nel repertorio delle attività e tra le metodologie di lavoro. I risultati dei lavori esaminati attestano in generale deboli evidenze di efficacia degli interventi educativi e sociali rivolti alle popolazioni vulnerabili con qualche eccezione di media qualità. Lo sviluppo di ricerca in ambito della “social health education” è una necessità e nello stesso tempo una sfida per la figura professionale.
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