La deshumanización del arte en Rosa Chacel
Abstract
Rosa Chacel (1898-1994) appartenne alla generazione di narratori spagnoli del 1927, detta anche generazione del 1925, che riunì intorno alla figura di José Ortega y Gasset scrittori come Benjamín Jarnés, Francisco Ayala o Corpus Barga. Con loro condivise non solo alcuni postulati chiave sul modo di produrre letteratura, come, ad esempio, la caratterizzazione interna dei personaggi o l’idea di Ortega della “biografia delle idee”, ma anche il destino che i suoi romanzi fossero etichettati ‘disumanizzati’, anche se, a differenza di quanto accaduto con il lavoro dei coetanei della sua generazione, nel caso di Rosa Chacel questa recriminazione riguarderebbe tutta la sua produzione romanzesca, perché nonostante l'indubbia evoluzione che sperimentò in oltre sessant'anni, l'autrice rimase sempre fedele al progetto di scrittura che inaugurò nel 1930 con la pubblicazione di Estación. Andata e ritorno.
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