Dire la malattia: due irruzioni poetiche nell’abisso

Autori

  • Rossella Liuzzo Università degli Studi di Catania, Struttura Didattica Speciale di Lingue e Letterature Straniere.

DOI:

https://doi.org/10.13135/1594-378X/6102

Abstract

Abstract:

Sebbene il sodalizio fra letteratura e malattia sia di lunga durata, uno sguardo retrospettivo alle opere che trattano il tema rivelerebbe che i morbi, sia collettivi che individuali, sono stati utilizzati indefettibilmente come espedienti per rimandi allegorici o metaforici (Sontag, 1979) di istanze morali, sociali o metafisico-esistenziali. Le pagine a venire si prefiggono di avviare una riflessione su un modo altro di penetrare nella malattia, intesa come esperienza immanente e inalienabile di un corpo, di una carne e di una biografia. Attraverso lo scandaglio dei versi delle sillogi Diario de una enfermera (1996; 2014) di Isla Correyero e La hija (2015) di María García Zambrano, si cercherà di esplorare come, posizionandosi in un orizzonte di comune vulnerabilità, l’impegno estetico di queste voci sofferenti si risolve in un’etica dell’inclinazione (Cavarero, 2013) le cui vertebre sono il riconoscimento, l’ascolto e la cura.

Parole chiave: malattia, poesia, ética dell’inclinazione, Isla Correyero, María García Zambrano

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Pubblicato

2022-01-07