La realidad mata, la ficción salva. Disimpegno morale e paura del reale in El impostor (2014) di Javier Cercas
DOI:
https://doi.org/10.13135/1594-378X/4196Abstract
Riassunto
Enric Marco, persona reale e protagonista del romanzo El impostor (2014), perverte lo statuto dell’eroe, del ribelle virtuoso in grado di pronunciare il proprio ‘No’ alla realtà senza giustificarsi moralmente, senza ‘vestirsi’ di post-verità. Con il ‘No’ deforme di Enric Marco, il romanzo di Javier Cercas –che a partire da Soldados de Salamina (2001) indaga la natura degli eroi (veri o falsi) consegnati dalla storia alla postmodernità e al ventunesimo secolo– si appropria ulteriormente del territorio della non-fiction, costruendo una nuova ipotesi di relato real che, strutturandosi su ironici ‘punti ciechi’ interpretativi, coinvolge il lettore in una profonda analisi morale, una riflessione critica che si apre al mondo reale. Una riflessione che travolge l’assioma: la realidad mata, la ficción salva che anima ironicamente la costruzione autofittizia del testo e la vita (reale e fittizia) del impostor, Enric Marco.
Abstract
Enric Marco, real persona and main character of the novel El impostor (2014), distorts the hero paradigm: he is not a virtuous rebel able to pronounce his ‘No’ against the reality, he impersonates a sort of moral disengaged post-truth. Since Soldados de Salamina (2001), Javier Cercas’ novel focuses on –real or fake– heroes handed down from history to postmodernity and to the 21th century; with the Enric Marco’s deformed ‘No’, Cercas further investigates the non-fiction novel, creating a new hypothesis of relato real, built on ironic ‘blind spots’, engaging the reader in a deeper moral analysis, a critical reflection on the real world. The reflection questions the axiom la realidad mata, la ficción salva, which ironically fosters the autofictional construction of the text and the (real and fictional) life of the impostor, Enric Marco.
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