Cicerone e “l’insaziabile varietà” della natura nel II libro del De natura deorum
Abstract
Il saggio affronta il tema dell’esaltazione della molteplice varietà dei paesaggi terrestri da parte dello stoico Balbo nel secondo libro del De natura deorum (98-99). L’insatiabilis varietas della natura è descritta da Cicerone in un passo molto elaborato dal punto di vista formale, nel quale coesistono paesaggio naturale, anche selvaggio, e paesaggio “culturale”, cioè con tracce evidenti del lavoro umano, del quale si analizzano i probabili ascendenti filosofici, le componenti espressive, vicine al linguaggio poetico, e la fortuna (in particolare in Seneca e Apuleio).
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