L’indifférence et la vertu : Pyrrhon d’après Cicéron
DOI:
https://doi.org/10.13135/2532-5353/7740Abstract
Quando Cicerone cita Pirrone, sottolinea due presunte dimensioni del suo insegnamento filosofico: l’indifferenza e la virtù. Nel menzionare questo filosofo dimenticato, di cui critica severamente la dottrina, Cicerone lo presenta sempre come la manifestazione più oltraggiosa di una posizione filosofica che consiste nel negare qualsiasi differenza tra le cose intermedie tra virtù e vizio. Quasi sempre associato agli altri indifferentisti (Aristone ed Erillo), Pirrone incarica eccessivamente una forma di indifferenza apatica, incompatibile con la vita pratica e incapace di essere difesa stabilmente nell’arena filosofica. Questa descrizione presenta tuttavia una notevole originalità: mentre l’indifferenza delle cose a cui deve rispondere l’indifferenza del filosofo è un tema ben noto nella filosofia dei primi pirroniani, l’idea che Pirrone difendesse l’honestas (fino all’eccesso) si trova solo in Cicerone. Lo scopo di questo studio è analizzare questa singolarità delle menzioni ciceroniane di Pirrone alla luce delle dossografie che Cicerone eredita e analizzando le modifiche che vi apporta. Si vuole dimostrare che questa originalità si spiega con il fatto che lo spauracchio pirroniano occupa una posizione strategica di rilievo in una critica dell’indifferentismo rivolta, in ultima analisi, agli stoici e a tutti coloro che si avvicinerebbero all’atrocitas che sembrano propugnare.
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