Dall’estetica all’etica del brutto: tre personae de mimo nelle orazioni ciceroniane
DOI:
https://doi.org/10.13135/2532-5353/7735Abstract
Il contributo intende offrire un’analisi puntuale di alcune testimonianze ciceroniane, contenute in tre differenti orazioni, nelle quali l’Arpinate si riferisce a tre figure della scena sociopolitica del tempo connotandole con le caratteristiche tipiche degli attori e delle attrici di mimo. Si tratta di tre personaggi, che, pur non essendo mimi di mestiere, si comportano sulla scena della vita come tali: il primo è Marco Antonio, il quale non soltanto viene più volte affiancato nelle Filippiche ai protagonisti della scena mimica, ma in alcuni passi sembra egli stesso recitare la parte del mimo; la seconda è Clodia, che in un luogo della Pro Caelio appare raffigurata come una sorta di archimima, figura alla quale spettava tanto il ruolo di protagonista quanto quello di regista dello spettacolo mimico; il terzo è costituito da un personaggio collettivo, ovvero gli ambasciatori alessandrini, che nella Pro Rabirio Postumo vengono rappresentati in atteggiamenti mimici e gestuali consimili a quelli degli attori. L’obiettivo sarà quello di dimostrare come da tali rappresentazioni si può dedurre la volontà ciceroniana di presentare questi personaggi come eticamente deplorevoli proprio attraverso la loro assimilazione ai mimi e, conseguentemente, vi si può ravvisare un’estensione a livello etico dell’estetica propria della commedia, così come viene formulata da Aristotele.
Downloads
##submission.downloads##
Pubblicato
Come citare
Fascicolo
Sezione
Licenza
Gli autori che pubblicano su questa rivista accettano le seguenti condizioni:
- Gli autori mantengono i diritti sulla loro opera e cedono alla rivista il diritto di prima pubblicazione dell'opera, contemporaneamente licenziata sotto una Licenza Creative Commons - Attribuzione che permette ad altri di condividere l'opera indicando la paternità intellettuale e la prima pubblicazione su questa rivista.
- Gli autori possono aderire ad altri accordi di licenza non esclusiva per la distribuzione della versione dell'opera pubblicata (es. depositarla in un archivio istituzionale o pubblicarla in una monografia), a patto di indicare che la prima pubblicazione è avvenuta su questa rivista.