Universalità spirituale di Cicerone
DOI:
https://doi.org/10.13135/2532-5353/1469Abstract
L'articolo passa in rassegna la formazione giovanile di Cicerone e le sue opere maggiori (in ordine cronologico) per trattare del suo universalismo spirituale. Gli anni di studio svolti non solo a Roma, ma anche in Grecia, lo indussero infatti a seguire la tendenza romana all'apertura culturale, evidente anche nel Circolo degli Scipioni; egli fu per esempio profondamente influenzato dal pensiero filosofico di Filone, Diodoto e Antioco.
Cicerone viene qui presentato come primo esempio nel mondo antico di unione sostanziale tra attività politica ed artistica, connubio che risalta particolarmente nelle opere retoriche e soprattutto nel De oratore (considerato il trattato chiave per comprendere del tutto il Cicerone oratore).
L'universalismo ciceroniano appare dunque come la sintesi tra spiritualità ellenica e romana ed è fortemente radicato nella concezione dell'humanitas.
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