Fonosfera, etnofonia, musica d’arte

Il sonoro ne "La terra trema" di Visconti

Abstract

Scopo di questo contributo è rileggere La terra trema dal punto di vista eccentrico della componente sonora, che concorre in maniera decisiva alla costruzione del senso del film e perciò impone di ripensare il rapporto tra il testo letterario di partenza e la sua traduzione cinematografica. Da un lato si rileverà la centralità del soundscape di Acitrezza nello spazio diegetico del film e si presterà particolare attenzione a tutti quegli eventi acustici che possono essere ricondotti a una nozione ‘estensiva’ di musica e che – in quanto registrati ‘in presa diretta’ – presentano un eccezionale valore documentario: dalle enunciazioni discorsive retoricamente organizzate, e riconducibili all’epica orale, alle ‘grida’ (‘"abbanniate") dei venditori, dai brani prodotti da strumenti etnici ai canti popolari, che interagiscono con le altre componenti sonore senza alcuna organizzazione gerarchica di tipo fonico e sono sottoposti a un sofisticato gioco di alternanze tra il ‘campo’ e il ‘fuori campo’ cinematografici. D’altro lato si constaterà come i pochi e scarni interventi orchestrali extradiegetici, che nei titoli di testa de La terra trema risultano ‘coordinati’ dallo stesso Visconti e da Willi Ferrero, trasmettano la posizione del regista nei confronti della vicenda rappresentata e come la ‘presenza estetica’ dell’autore si possa cogliere anche nell’ambigua funzione narrativa del commento affidato alla ‘voice over’. La prospettiva del ‘sonoro’ infine illumina di luce nuova il rapporto tra il film e il romanzo verghiano: si scoprirà che — nonostante il diverso approccio ideologico di Visconti — l’impronta di Verga sulla trasposizione cinematografica va ben al di là del tracciato narrativo e degli imprestiti puntualmente riscontrati dagli studiosi e investe la stessa visione del mondo del regista.