Fantasmi algoritmici

Quale fenomenologia fra risurrezione digitale e immaginazione automatizzata?

Abstract

Nell’ambito dello sviluppo contemporaneo di tecnologie algoritmiche il campo della produzione o della manipolazione di immagini costituisce un laboratorio non solo tecnico, ma anche sociologico, etico ed estetico. Con l’avvento di applicazioni che consentono in pochi passaggi di elaborare video deepfake si è ad esempio messa in seria discussione quell’indessicalità che il senso comune attribuiva, quasi spontaneamente, ai materiali fotografici e audiovisivi; al contempo, è stato necessario ampliare il dibattito dei diritti associati alle immagini, e delle responsabilità che occorrono nella loro manipolazione automatizzata. In questo frangente si rendono particolarmente cogenti fenomeni di “resurrezione digitale”, tanto nell’ambito dell’utilizzo domestico dei nuovi algoritmi, quanto in quello della produzione cinematografica ad ampio budget. Sul primo caso, si pensi a quelle app che consentono di animare volti fotografati, così consentendo ad esempio alle immagini in bianco e nero dei nostri antenati di “prendere vita”, di assumere un qualche tipo di motilità per noi spesso inedita. Nel secondo caso invece basti considerare vere e proprie operazioni di resurrezione, al contempo di personaggi e di attori, come è avvenuto per il caso della principessa Leila e del Grand Moff Tarkin in Star Wars, i cui volti degli attori sono tornati a vivere sul grande schermo nonostante de facto, tali attori fossero morti da tempo. Questo nuovo orizzonte, in cui l’algoritmo è messo a disposizione della produzione audiovisiva, richiede un’indagine di tipo filogenetico (l’idea dell’immagine fantasmatica è in realtà di ben più antiche origini) e ontogenetico, capace cioè di rilevarne le nuove specificità in seno alle contemporanee culture audiovisive.

Pubblicato
2024-07-24
Come citare
Surace, B. (2024). Fantasmi algoritmici: Quale fenomenologia fra risurrezione digitale e immaginazione automatizzata?. La Valle dell’Eden, (41-42), 39-48. https://doi.org/10.13135/1970-6391/10822