Vol. 23 No. 2
Abstract book Congresso SIPeM 2023

Gli Infermieri e la Fisica: i professionisti sanno come funzionano gli strumenti che usano?

Ilaria Stura
Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Divisione di Statistica, Università degli Studi di Torino
Caterina Guiot
Dipartimento di Neuroscienze, Università degli Studi di Torino
Published January 25, 2024

Abstract

INTRODUZIONE (BACKGROUND)

Negli ultimi decenni, l’infermieristica si è affermata come disciplina STEM (Green & John, 2020), ovvero scientifica. L’approccio scientifico, e in particolare la comprensione delle basi fisiche degli strumenti elettromedicali, dei parametri analizzati e delle metodiche sono dunque molto importanti nella formazione degli infermieri, per un approccio alla clinica più consapevole.

Lo scopo di questo studio è di testare questa comprensione a livello teorico. Inoltre, si vuole indagare se il tipo di percorso di studi (scuola professionale, diploma o laurea), gli anni dalla fine dello studio, l’età o la provenienza regionale possano influire su queste conoscenze.

 

MATERIALI E METODI

Un questionario online anonimo (CONOSCO GLI STRUMENTI CHE USO?, n.d.) è stato somministrato a 80 infermieri italiani. Sono stati richiesti età, titolo di studio, anni dalla fine dello studio, tipologia e Regione di lavoro. Sono state inoltre fatte otto domande a risposta multipla su: sfigmomanometro, saturimetro a pinza, termometro ottico, fonendoscopio, ECG, defibrillatore, ecografo e preparazione di soluzioni. Le risposte sono state analizzate con test chi-quadro dividendo per tipo di studi, anni dalla fine dello studio e regione (Piemonte vs resto d’Italia).

 

RISULTATI

Più della metà degli intervistati non ha saputo dare la risposta corretta sul funzionamento di sfigmomanometro (55%) e fonendoscopio (53.75%), mentre ECG e saturimetro sono gli strumenti più compresi (78.75 e 68.75% di risposte corrette rispettivamente). Il 45% non ricorda che CC e ml hanno un fattore 1 di conversione. Non sono state rilevate delle differenze per tipo di studio, anni dalla fine dello studio (considerando sia la mediana che un limite di 5 anni per i neolaureati) e regione di lavoro (p>0.05). La versione estesa dei risultati si trova nelle due pubblicazioni in bibliografia in italiano (Stura & Guiot, 2023a) e in inglese (Stura & Guiot, 2023b).

 

DISCUSSIONE

C’è molta attenzione sulla formazione continua degli infermieri in campi considerati più pratici, come la radioprotezione (Hirvonen et al., 2019), il rapporto con i pazienti (Vitale, Lupo, Calabrò, et al., 2022; Vitale, Lupo, Marra, et al., 2022) e la leadership (Garrison et al., 2004) (Jokiniemi et al., 2021). Le competenze teoriche di base, come la Fisica Medica, non sono altrettanto stimolate. Un infermiere dovrebbe però saper valutare la misura ottenuta considerando le condizioni al contorno e i punti di forza e di debolezza della metodica o del macchinario utilizzato. Questo studio suggerisce che lo sforzo formativo fatto finora non è sufficiente in tal senso. Una limitazione di questa indagine, però, è di aver testato solo le conoscenze teoriche e non pratiche degli infermieri intervistati.

 

CONCLUSIONI

Le conoscenze delle basi fisiche degli strumenti utilizzati non sembrano degradare nel tempo, perciò sarebbe più utile consolidare queste basi nel triennio di Infermieristica, piuttosto che investire in corsi aggiuntivi per laureati/diplomati. Tali corsi sarebbero però auspicabili per permettere agli attuali professionisti di colmare le lacune che sono emerse in questo studio.