La “metafisica rivoluzionaria” di Kant

La critica come stato di diritto della ragione

  • Gaetano Chiurazzi Università di Torino

Abstract

Il progetto critico di Kant è stato inteso come una descrizione del funzionamento della conoscenza (Strawson). Una tale comprensione della prima Critica sembra tuttavia limitata, soprattutto se consideriamo il frequente uso di analogie politiche da parte di Kant. Queste analogie suggeriscono un'altra lettura in cui il progetto critico di Kant emerge come un tentativo di superare uno stato di natura nella ragione (segnato da un conflitto inevitabile) attraverso l'istituzione di uno stato giuridico nella e dalla ragione stessa.
Vista in questa prospettiva, la metafisica critica di Kant può essere considerata rivoluzionaria, perché assume i temi delle due rivoluzioni della modernità, quella politica e quella scientifica: dalla prima, Kant fa propria la convinzione che un conflitto può essere risolto solo attraverso la separazione e la limitazione reciproca dei poteri, come teorizzato da Locke e Montesquieu – e quindi né con la forza né con l'instaurazione di un potere assoluto; dalla seconda, acquisisce un modello di prova, che si basa non sulla descrizione, ma sull'elaborazione di un'ipotesi esplicativa (di una condizione di possibilità). La Critica della ragion pura, quindi, non è un semplice trattato di epistemologia o di metafisica descrittiva, ma il tentativo di impostare una politica della ragione al servizio della pace e della vita civile comune.

Pubblicato
2012-11-01