Creatività come agatopoièsi

L’esperienza della formatività nella filosofia di Platone

Autori

  • Salvatore Lavecchia Università di Udine

DOI:

https://doi.org/10.13135/2036-542X/7614

Parole chiave:

téchne, individuality, Good, form, image

Abstract

La creatività può essere considerata come la facoltà di produrre un'opera che si manifesta sia come eminentemente individuale sia come rivelatrice dell'individualità del suo Sitz im Leben e del suo autore. Questo articolo cerca di illustrare come la nozione di arte (téchne) presupposta da Platone - nonostante la sua inapplicabilità agli attuali discorsi sull'estetica - implichi significative analogie con l'idea appena articolata di creatività. Paradossalmente per l'estetica contemporanea, queste analogie si basano sullo sfondo metafisico del concetto di arte di Platone. Poiché, secondo tale concezione, la sua essenza consiste nel produrre manifestazioni del bene, l'arte comporta effettivamente per Platone una relazione intrinseca con la conoscenza diretta dell'Assoluto. Tuttavia, nella prospettiva di Platone questo non rappresenta una limitazione. Infatti, Platone percepisce il Bene come trascendente ogni essere, così che attraverso la relazione con esso si raggiunge una completa assenza di condizionamenti sia nel pensiero che nell'azione. Solo questo stato di autentica liberazione porta a un'attività capace di trascendere ogni norma, e in grado di culminare in un'opera che possiamo considerare come sostanziazione della creatività.

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Pubblicato

2012-11-01