La fede nella continuità
La secolarizzazione che mangia il Maestro
DOI:
https://doi.org/10.13135/2036-542X/7534Abstract
Negli ultimi anni, la lontananza dell’ontologia dell’indebolimento da ogni progetto di ritorno alle cose stesse è stata duramente censurata. Anche per chi non era molto interessato a Husserl, l’ermeneutica del declino segnava il prevalere della cultura sulla natura, e di una filosofia delle parole sulla filosofia delle cose e del loro funzionamento. Perché – si diceva – il manifesto dell’ermeneutica del declino avrebbe potuto essere riassunto in uno slogan an- tagonistico a Husserl: “via dalle cose stesse”. Esso definisce una filosofia che non vuole essere scientifica, ma congetturale. Un viaggio che non mira all’evidenza della conoscenza, ma prende le mosse da una effettiva e insuperabile vaghezza dei contorni delle cose. Il pensiero debole si ripara dalla luce eccessiva e non si sente sedotto dall’appello alla visione chiara e distinta.