La parola, il gesto e l’urlo. Qualche considerazione sui tratti espressionisti dell’Elektra di Hugo von Hofmannsthal
Parole chiave:
Hugo von Hofmannsthal, Elektra (dramma), Espressionismo, Max Reinhardt, Gertrud EysoldtAbstract
Il dramma Elektra, scritto da Hugo von Hofmannsthal e messo in scena da Max Reinhardt nel 1903, con Gertrud Eysoldt come protagonista, sembra mostrare una lampante parentela con alcuni esiti dell’arte espressionista di qualche anno successiva, e similmente avviene per l’opera omonima di Richard Strauss del 1909, che dal primo deriva direttamente. Eppure assai differenti sono i loro punti di partenza, i loro percorsi e persino i loro obiettivi. In questo senso, i caratteri di maggiore somiglianza fra le due opere e ciò che chiamiamo “espressionismo” appaiono in realtà piuttosto episodici, nient’altro che azzardi sperimentali all’interno di percorsi di ricerca che poi prenderanno altre strade. Il nucleo del discorso che intendo condurre qui riguarda proprio questa episodicità: quanto vi è di “espressionista” nelle due Elektra si può facilmente ricondurre alla fascinazione provata dallo scrittore e dal musicista nei confronti di un particolare habitus teatrale, che Eysoldt e Reinhardt declinano sul versante attoriale e su quello registico; è insomma frutto dell’attenzione per l’aspetto più squisitamente performativo del teatro. L’articolo ricostruisce brevemente la storia dell’incontro fra Hofmannsthal, Reinhardt ed Eysoldt, per poi passare a un confronto con gli esiti dell’arte espressionista.
The Word, the Gesture and the Scream. Some Considerations about the Expressionist Traits
of Hugo von Hofmannsthal' s Elektra
Both Hugo von Hofmannsthal’s drama Elektra (staged by Max Reinhardt in 1903 with Gertrud Eysoldt as the protagonist) and Richard Strauss’s homonymous opera (performed in 1909), include elements which appear to be prominent anticipations of ensuing expressionist art. However, their starting points, their paths and even their goals are quite different, and the similarities between the two works and what we call “Expressionism” may be occasional, no more than experiments within research paths which will eventually follow separate directions. The article briefly re-enacts Hofmannsthal’s first encounter with Reinhardt and Eysoldt, makes a comparison between his drama and expressionistic art, then focuses on the episodic character of the “expressionist” traits deployed by the writer and the composer: they can be attributed to a fascination for Reinahrdt-Eysoldt’s distinctive theatrical acting and directing habits, since Hofmannsthal and Strauss were patently interested in the performative aspect of theatre.
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