Proposte
Rubrica: Il Professionista TPALL
Quella del Tecnico della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro è una professione relativamente giovane che nasce come naturale evoluzione di precedenti mestieri o professioni a cui venivano di volta in volta attribuiti compiti attraverso normative in campi disciplinari differenti.
E’ solo con il decreto 58/97 che il TPALL è definito come professionista al quale vengono riconosciuti e richiesti autonomia, responsabilità, obblighi etici e deontologici nell’adempimento del suo ruolo professionale. Ma la professione si costruisce anche attraverso l’identificazione di una disciplina di riferimento e la ricerca scientifica originale in questo campo. Una professione è inoltre tale quando è capace di contribuire alla formazione dei nuovi professionisti.
La necessità di definire i campi della ricerca, di approfondire nuove metodologie delle tecniche della prevenzione, di raccomandare prassi professionali ispirate ai principi della evidence based prevention ci hanno spinto a creare questa rubrica in cui tutti i professionisti possono proporre loro esperienze innovative o individuare campi a cui indirizzare la ricerca.
Rubrica: Norme e giurisprudenza
Quando si parla di prevenzione in ambito alimentare, ambientale o di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro non si può non fare riferimento all’enorme mole di materiale legislativo prodotto su tali tematiche. Parallelamente alla produzione legislativa, composta da leggi, decreti, accordi, e provvedimenti vari, si è sviluppata una intensa attività giurisprudenziale che, occupandosi di casi specifici, fornisce preziosi insegnamenti con l’obiettivo di ottenere da un lato l'esatta osservanza della normativa e dall’altro l’interpretazione più uniforme possibile.
Con questa rubrica intendiamo fornire il nostro contributo in relazione alle novelle legislative più interessanti che riguardano gli aspetti prima citati unitamente alla eventuale prassi amministrativa generata dai vari soggetti pubblici coinvolti. Verrà inoltre descritta e commentata la giurisprudenza civile, penale e amministrativa ritenuta interessante per il tecnico della prevenzione ed utile per ricostruire l’impianto argomentativo utilizzato dai giudici.
Rubrica: Narrazioni in prevenzione
L’interesse per lo storytelling si inserisce in quel processo di graduale cambiamento delle modalità di comunicare la promozione della salute e la prevenzione che sta portando Enti ed Organizzazioni a una logica che passa dal “comunicare a” al “comunicare con”, ovvero verso una comunicazione di tipo bidirezionale e relazionale.
L’avvento del web 2.0 e delle sue applicazioni, hanno contribuito a questa evoluzione, anche nell’ambito della salute pubblica.
Nonostante il racconto sia una delle più antiche forme di comunicazione, è solo in tempi recenti che è stato rivisto come strategia di comunicazione efficace e coinvolgente.
Anche il mondo della sanità non è rimasto escluso da questo processo, riconoscendo l’importanza delle “storie” e la loro applicabilità in diversi contesti: dal counseling, alla medicina narrativa; dalle campagne pubbliche, agli interventi di prevenzione e promozione della salute.
Comunicare la salute attraverso lo schema della narrazione, attiva un processo di identificazione, aiuta il destinatario a contestualizzare il tema presentato e a determinare le cause e le conseguenze di un comportamento.
Lo storytelling, anche sui temi della prevenzione, è un valido esempio di comunicazione che si avvicina al destinatario, coinvolgendolo emotivamente e rendendolo protagonista delle proprie scelte. “Raccontare”, in sintesi, rientra in quel processo “Ti informo” – “Ti rendo partecipe”- “Ti sostengo nel cambiamento”, che è alla base di qualsiasi iniziativa che riguardi la promozione della salute delle persone e delle comunità.