Sulla scena delle pedagogie della performance: l’eredità interdisciplinare dal Bauhaus al Black Mountain College
DOI:
https://doi.org/10.13135/2389-6086/11226Parole chiave:
Pedagogie, Bauhaus, Black Mountain College, Pratiche transdisciplinari, PerformanceAbstract
Nel complesso reticolo dei movimenti culturali di inizio Novecento in Europa, il saggio ripercorre alcune delle attività educative interdisciplinari inaugurate dal Bauhaus e poi accolte nel Black Mountain College, per tracciare una linea genealogica aggiornata sulle pedagogie della performance. La riflessione parte dall’eccezionale convergenza di figure artistiche al Bauhaus, dove la dimensione interdisciplinare e la visione utopica di Walter Gropius non solo riorganizzano i campi dei saperi, ma danno avvio a pedagogie inedite. In particolare, a guidare una metodologia educativa che apre un nuovo sguardo sulla complessità del mondo, emerge la figura chiave di Josef Albers, che consolida la sua prassi pedagogica nel passaggio tra Europa e Stati Uniti, a cavallo tra la chiusura del Bauhaus e l’inaugurazione di Black Mountain. Quest'ultimo, terreno di sperimentazione all'incrocio tra arte visiva, danza, musica e teatro, si rivela una sfera di libertà espressiva e collettiva, capace di favorire le prassi transdisciplinari. In questo contesto, nel 1952, John Cage esegue il primo “happening” Theater Piece No.1, segnando un punto di svolta a livello compositivo nelle pratiche artistiche. Attraverso l’utilizzo di numerose fonti primarie incontrate nella ricerca d’archivio svolta presso i Western Regional Archives del North Carolina, il saggio dipana i processi alla base delle pedagogie interdisciplinari che hanno attraversato il passaggio tra la repressione del nazifascismo e l’eccezione rappresentata dal Black Mountain College, ridefinendo e prefigurando un nuovo rapporto tra arte, educazione e vita.
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