Italo Calvino e Massimo Bontempelli: la politica, la Storia, la letteratura degli "anni difficili"

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Abstract

Partendo dal concetto di “generazione degli anni difficili” e cercando di problematizzare l’idea di generazione in letteratura, il saggio indaga il rapporto di Italo Calvino, nato nel 1923, con Massimo Bontempelli, di quarantacinque anni più vecchio di lui, prendendo in esame le loro dichiarazioni e le loro posizioni letterarie e politiche per saggiarne divergenze e convergenze. Calvino, pur criticando inizialmente, sulla base di presupposti marxisti, l’umanesimo e il “magico” bontempelliano, in seguito riconosce apertamente l’influenza stilistica e immaginativa del padre del novecentismo, fino a rivendicarne con decisione l’eredità letteraria. Così, a dispetto delle apparenze, della distanza di età e delle vicende esistenziali opposte dal punto di vista politico, Calvino e Bontempelli finiscono per avvicinarsi molto sul piano della concezione dell’arte, della libertà letteraria, dell’impegno e della solidarietà umana.

https://doi.org/10.13135/3103-294X/12538
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