Gregorio di Nazianzo e i concili (alcune considerazioni sulle Epp. 130-136 e 173 Gallay)
DOI:
https://doi.org/10.13135/2039-4985/3474Resumen
L’articolo prende in esame alcune lettere scritte da Gregorio di Nazianzo in seguito alla sua abdicazione alla cattedra episcopale di Costantinopoli. Si tratta per lo più di brevi testi scritti da Gregorio per declinare l’invito alla sinodo indetta per l’estate del 382; nelle lettere in questione, tuttavia, il fine pratico fornisce il pretesto a Gregorio per sfogare la delusione e l’amarezza seguiti all’esperienza di Costantinopoli, esse sono dunque venate di un malcelato risentimento nei confronti dei vescovi. L’asprezza dei toni nei confronti dei più alti rappresentanti del clero riecheggia, seppur in chiave attenuata, il piglio di certi carmi giambici del Nazianzeno e permette, dunque, di individuare una linea di continuità tematica fra produzione epistolare e poesia autobiografica.
The article examines some letters written by Gregory of Nazianzus following his abdication at the Episcopal chair of Constantinople. These are mostly short texts written by Gregory to decline the invitation to the synod called for the summer of 382; in the letters in question, however, the practical purpose provides the pretext to Gregory to vent the disappointment and bitterness following the experience of Constantinople, they are therefore veined by an ill-concealed resentment towards the bishops. The harshness of the tones towards the highest representatives of the clergy echoes, albeit in an attenuated key, the look of certain Nazianzen iambic poems and thus allows us to identify a thematic continuity line between epistolary production and autobiographical poetry.
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