Los espejismos de la ciudad múltiple
DOI:
https://doi.org/10.13135/1594-378X/68Abstract
El objetivo del estudio reside en examinar las modalidades según las cuales la apropiación del espacio urbano santiaguino –proyectado en la doble esfera antagónica de la ciudad “visible” (objetiva) e “invisible” (subjetiva)– se aplica a Tengo miedo torero (2001), novela del chileno Pedro Lemebel. La lectura del texto se detendrá en el examen de la personalización perceptiva de los espacios y equilibrios urbanos, delineados como proyección de la mirada cambiante de la protagonista. También se realizará un segundo abordaje: la presencia evidente de la crítica política nos permitirá establecer un paralelismo con obras ficcionales producidas en otros contextos nacionales sometidos a algún tipo de régimen dictatorial, como en El Maestro y Margarita (1966), de Mijail Bulgakov.
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