Streghe e infanticide presso il Tribunale dell’Inquisizione di Cuenca (Spagna)

Autori

  • María Jesús Zamora Calvo Universidad Autónoma de Madrid

DOI:

https://doi.org/10.13135/1594-378X/5070

Abstract

Dalla metà del XVI secolo in terra di Spagna, nel triangolo compreso tra Cuenca, Guadalajara e Alcalá de Henares, si scatenò una vera e propria ossessione per le streghe. Questa psicosi si intensificò, in particolare, per l’aumento del numero delle morti di neonati, che venivano ritrovati soffocati e con il corpo ricoperto di ecchimosi. La società del tempo aveva bisogno di trovare un colpevole da accusare per tutto quel dolore, e chi meglio di una strega a cui dare la colpa per gli infanticidi? Quando le stesse gerarchie ecclesiastiche presero a riconoscere l’esistenza delle streghe, il panico si diffuse tra le popolazioni, facendo aumentare significativamente il numero di denunce contro donne mature, vedove e sole. Nel presente articolo vogliamo allora indagare lo stato di emarginazione a cui era sottoposta la donna castigliana alla fine del XVI secolo quando arrivava a una determinata età, le paure che la vecchiaia risvegliava nella società del periodo e i meccanismi che la società stessa metteva in atto per sbarazzarsi di queste persone che arrecavano solo disturbo e fastidio.

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Pubblicato

2020-12-08

Fascicolo

Sezione

Contribuciones / Contribuções / Contributi