Bordaduras en torno a la semiótica filológica de Cesare Segre
El caso de la supuesta doble redacción del Cántico espiritual de San Juan
Abstract
Con este nuevo ejercicio dedicado ex profeso a la insigne figura científica de Cesare Segre, se intenta reafirmar la validez y la notable eficacia de su semiótica filológica orientándola hacia uno de los problemas más relevantes planteados por la tradición de los poemas de san Juan de la Cruz. Me refiero a la doble versión del Cántico espiritual: la certificada por el códice de Sanlúcar de Barrameda que contiene la así llamada versión primitiva (o borrador) del poema (Cántico A), y la que propone el códice de las carmelitas descalzas de Jaén[5], de cuya correspondiente varia lectio procede una cuestión filológica muy debatida y problemática.
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