Roma, peligro para caminantes y la lengua 'en vilo' de Rafael Alberti
DOI:
https://doi.org/10.13135/1594-378X/4557Abstract
Resumen:
Desde su primer cambio de domicilio, del Puerto de Santa María a Madrid, hasta el último, de Buenos Aires a Roma, antes de su vuelta a España y antes de que se interrumpiera definitivamente el largo proceso de experimentación que marcó su evolución poética, Rafael Alberti integra, amplía, desfigura constantemente su sistema expresivo asumiendo formas, ritmos, tonalidades de los diferentes espacios en los que habita. El foco de este trabajo se centra en los poemas de Roma, peligro para caminantes (1968) y en el giro radical que el contacto con el universo urbano-romano de los años Sesenta provocó en la poética de su autor. La fértil inestabilidad de la lengua poética de Alberti, perpetuamente “en vilo” entre lo propio y lo ajeno, lo circunstancial y lo universal, lo mental y lo corpóreo, se refleja en la forma y en la tonalidad de un nuevo dictado lírico, así como en la historia editorial del libro.
Riassunto:
Dal primo cambio di domicilio, da El Puerto de Santa María a Madrid, fino all’ultimo, da Buenos Aires a Roma, prima del suo ritorno in Spagna e prima che si interrompesse definitivamente il lungo processo di sperimentazione che ne ha orientato la poetica, Rafael Alberti integra, amplia, altera il proprio sistema espressivo assimilando forme, ritmi, tonalità dei diversi spazi abitati. Il focus di questo articolo è centrato sull’opera Roma, peligro para caminantes e sulla svolta radicale che il contatto con l’universo urbano-romano degli anni Sessanta ha provocato nella poetica del suo autore. La fertile instabilità della lingua poetica di Alberti, perpetuamente “in bilico” tra l’originario e l’estraneo, il circostanziale e l’universale, il mentale e il corporeo, si riflette nella forma e nella tonalità di un nuovo dettato lirico, così come nella storia editoriale del libro.
Palabras clave: Rafael Alberti, Roma, peligro para caminantes, “Poemas sin nombre”, Giuseppe Gioachino Belli, sujeto enunciador.
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