Carmen Elena Armijo Canto, Fábula y mundo: Odo de Chériton y el Libro de los gatos
DOI:
https://doi.org/10.13135/1594-378X/4298Abstract
El Libro de los gatos, conservado en un único manuscrito de entre finales del siglo XIV y principios del siglo XV en la Biblioteca Nacional de Madrid, desde que Pascual de Gayangos lo publicara por primera vez en su “Biblioteca de Autores Españoles” (1860) ha suscitado muchos interrogantes que la crítica aún no ha resuelto completamente (el origen de Odo de Cheriton y la fecha precisa de su obra; el manuscrito latino del que se realizó la traducción; la identidad del traductor anónimo; la fecha efectiva de la traducción, dado que el manuscrito de Madrid es más de un siglo posterior a la obra latina; el título curioso que le puso el traductor español). El ponderoso texto de Armijo no solo busca respuestas a estas preguntas, sino que para hacerlo se configura como un auténtico manual introductorio al cuento medieval.
The Libro de los gatos, preserved in a single manuscript from the late fourteenth and early fifteenth centuries in the National Library of Madrid, since Pascual de Gayangos first published it in his "Library of Spanish Authors" (1860) has raised many questions that critics have not yet fully resolved (the origin of Odo de Cheriton and the precise date of his work; the Latin manuscript from which the translation was made; the identity of the anonymous translator; the effective date of the translation, given that the Madrid manuscript is more than a century after the Latin work; the curious title given to it by the Spanish translator). Armijo’s powerful text not only seeks answers to these questions, but to do so it is configured as an authentic introductory manual to the medieval tale.
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