La realtà e il desiderio: Gregorio Prieto testimone del Novecento europeo
DOI:
https://doi.org/10.13135/1594-378X/2698Abstract
Nell'affrontare la vita e l'opera dell'artista Gregorio Prieto Muñoz la critica si è finora esclusivamente soffermata, o meglio sarebbe dire incentrata, sul ruolo minore che egli ebbe all'interno dei movimenti d'avanguardia d'inizio XX secolo; quegli stessi che videro il fiorire in territorio ispanico di una moltitudine di letterati posteriormente definita generación del '27. Porre, tuttavia, questo pittore ancor poco conosciuto a livello internazionale all'interno di una cerchia di innovatori dell'estetica non ha a oggi permesso né di inquadrarne la produzione in una qualsiasi ottica autonoma, né di valutarne le intrinseche qualità che se furono anche frutto, come non v'è dubbio, di una tale prossimità, non conobbero solo strade già precedentemente definite da altri. Lo
scopo che qui ci si propone è proprio quello di restituirgli una dimensione personale di cui il monotematico punto di vista esegetico fin qui adottato lo ha privato, e altresì di rendere evidente come da un'interpretazione meno angusta possa rivelarsi ai nostri occhi un'arte di matrice europea, non fosse altro che per la capacità di una soggettiva rielaborazione di stili ed elementi tipici dei vari circoli artistici frequentati, che Prieto evidenzia nelle proprie opere lungo tutto l'arco d ella sua esperienza vitale.
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