Algunas reflexiones sobre lo fantástico en la narrativa breve de Max Aub
DOI:
https://doi.org/10.13135/1594-378X/2321Abstract
El presente artículo se propone indagar la concepción de lo fantástico en la narrativa breve de Max Aub, a partir del análisis de tres relatos recopilados en el volumen Escribir lo que imagino (1997), que dan cuenta de la trayectoria del autor en el tratamiento de este tipo de narración. El primer relato analizado es Caja (1930), fábula compuesta bajo la égida de la vanguardia, de la que absorbe el virtuosismo estético. Sigue el estudio de La gabardina (1947), que marca el retorno del autor al territorio de la fantasía, aquí examinado en su componente humorístico paródico, que parece anticipar una tendencia más propiamente neofantástica. Finalmente, se propone el estudio de Trampa (1949) desde la perspectiva del lenguaje neofantástico, con el que comparte forma y contenidos.
Il presente articolo si prefigge l’obiettivo di indagare la concezione del fantastico nella narrativa breve di Max Aub, a partire dall’analisi di tre racconti raccolti nel volume Escribir lo que imagino (1997), che consentono di tracciare la parabola fantastica aubiana. Il primo testo analizzato è Caja (1930), favola composta sotto l’egida dell’avanguardia, di cui assorbe il virtuosismo estetico. Segue lo studio di La gabardina (1947), che segna il ritorno dell’autore nel regno della fantasia, qui esaminato nella sua componente umoristico parodica, che sembra anticipare una tendenza più propriamente neofantastica. Infine, si propone lo studio di Trampa (1949) mediante la prospettiva del linguaggio neofantastico, con il quale condivide forme e contenuti.
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