Silvas publicas depopulatus erat (Cic. Mil. 26): natura “violata”, politica e invettiva nella strategia retorica ciceroniana

Autori

  • Giuseppe La Bua Sapienza Università di Roma

DOI:

https://doi.org/10.13135/2532-5353/9338

Abstract

Ben lontana dalla moderna idea di ecologia, la difesa dell’habitat naturale in Cicerone costituisce una potente arma di lotta politica e invettiva nelle orazioni giudiziarie. La violazione della natura, la cui distruzione rappresenta un pericolo per la stabilità della societas, è letta – e manipolata – dal Cicerone politico come attacco contro la res publica e, al medesimo tempo, come atto di sacrilegio e hybris, punito dalla divinità garante dell’ordine naturale. Il presente lavoro mira a rileggere il rapporto uomo-natura nella strategia retorico-politica ciceroniana e osserva le modalità attraverso le quali l’Arpinate sfrutta il motivo della natura violata come strumento di demolizione dell’auctoritas morale dell’avversario.

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Biografia autore

Giuseppe La Bua, Sapienza Università di Roma

Giuseppe La Bua insegna Lingua e Letteratura Latina presso la Sapienza Università di Roma. I suoi interessi scientifici si concentrano in particolare sul rapporto fra religione e letteratura e sulla retorica ciceroniana (nel 2019 ha pubblicato il volume Cicero and Roman Education. The Reception of the Speeches and Ancient Scholarship, Cambridge University Press). Ha pubblicato numerosi studi su Apuleio, la satira, le declamazioni, i Panegyrici Latini, la poesia latina di età augustea (Ovidio e il Corpus Tibullianum), e i falsi letterari.

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Pubblicato

2023-12-31

Come citare

La Bua, G. (2023). Silvas publicas depopulatus erat (Cic. Mil. 26): natura “violata”, politica e invettiva nella strategia retorica ciceroniana . Ciceroniana On Line, 7(2), 335–350. https://doi.org/10.13135/2532-5353/9338