Lucrezio nell’Ars poetica di Orazio. Dalle parole come foglie al senex laudator temporis acti
DOI:
https://doi.org/10.13135/2532-5353/7741Abstract
Nell’Ars poetica di Orazio la ripresa del De rerum natura di Lucrezio è patente sia al macro-livello della costruzione del testo quale opera d’impianto didascalico sia al micro-livello delle singole iuncturae che lo compongono. Il presente lavoro si concentra su due passi cruciali dell’Epistola ai Pisoni: la riflessione sull’uso dei neologismi coronata dalla similitudine tra parole e foglie (vv. 45-72) e la rassegna dei caratteri corrispondenti alle quattro età dell’uomo (vv. 156-178). L’analisi intertestuale dei due passi mette in luce l’addentellato che collega la trattazione oraziana alle dottrine fisiche, etiche ed estetiche di Lucrezio; al contempo, emerge il notevole grado di libertà di Orazio nel suo costante dialogo con il De rerum natura. La constatazione della centralità del modello lucreziano è utile anche alla risoluzione di secolari problemi testuali, consentendo di accettare alcune discusse emendazioni (e.g. priuos in annos di Bentley al v. 60) o di confermare la bontà del testo tràdito (e.g. spe longus auidusque futuri al v. 172).
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