Σκοπός, λογικώτερα, φιλοστόργως nelle Lettere ad Αttico. Riflessi epistolari di De re publica, Academici e Laelius

Autori

  • Giancarlo Reggi Liceo cantonale di Lugano 1

DOI:

https://doi.org/10.13135/2532-5353/7739

Abstract

È un articolo d’approfondimento sull’uso di parole greche nell’epistolario ad Attico con una connotazione filosofica, evidente in due casi, sbiadita nell’altro. In σκοπός (Cic. Att. 8, 11, 1b-2) Cicerone attinge a pensiero platonico rivisitato da Antioco d’Ascalona, come fa capire non solo il confronto terminologico tra la lettera ad Attico e Procl. in Plat. Tim. 3, 43, 29-31 Diehl, ma anche l’uso completamente romanizzato dei medesimi termini in Cic. fam. 1, 9, 21. Il neutro plurale λογικώτερα in Cic. Att. 13, 19 è interessante per l’uso del comparativo, mai presente negli scritti stoici pervenutici, ma molto ben attestato nell’Aristotele esoterico, nei commentatori di Aristotele e nella tradizione medio-platonica, oltre che nella riflessione sulle tecniche, d’impronta peripatetica. Di questo mondo culturale Cicerone certamente sapeva qualche cosa (cf. Cic. Brut. 46), ma Ciceone usa l’aggettivo per dire che Catulo, Lucullo e Ortensio erano personaggi dialoganti non verosimili per una discussione gnoseologica condotta con dialettica serrata come quella degli Academici, perciò aveva deciso di sostituirli, riallocando a Varrone l’intera esposizione del pensiero di Antioco d’Ascalona. Infine, è chiara l’impronta stoica di φιλόστοργος e derivati in Cic. Att. 13, 19, 1; 15, 17, 1-2; 15, 27, 1; vale lo stesso per l’astratto φιλοστοργία, legato alla dottrina della οἰκείωσις e in quanto tale riconoscibile già in Cic. fin. 3, 63. Partendo da qui, e dalle lettere del 45-44 in cui queste parole appaiono, l’autore riflette sulla definizione di amicizia in Cic. Lael. 20 individuando in φιλοστοργία il termine greco reso da Cicerone con caritas. La circolazione in età scipionica del bimembre εὔνοια καὶ φιλοστοργία, pur non riscontrabile in nessuno scritto stoico a noi giunto, trova conferma in Polyb. 22, 20, 3 (elogio di Apollonide, vedova di Attalo I, dove è stoicizzante l’osservazione che in lei εὔνοια καὶ φιλοστοργία per i figli durarono fino alla fine dei suoi giorni, nonostante la precoce vedovanza).

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Biografia autore

Giancarlo Reggi, Liceo cantonale di Lugano 1

Giancarlo Reggi (reggi_gc@bluewin.ch), nato a Sorengo (Svizzera) nel 1948, dopo la Laurea in Lettere classiche conseguita all’Università Cattolica di Milano, ha insegnato latino e greco al Liceo cantonale di Bellinzona dal 1974 al 1977, poi, dal 1977 al 2013, al Liceo cantonale di Lugano 1. Studioso di filologia classica, i suoi interessi vertono principalmente su Cicerone e sulla storiografia greco-latina, con incursioni recenti nella filologia medioevale e umanistica, fino al latino delle scienze al tempo di Keplero e Galileo Galilei, nonché nella storia del libro e delle biblioteche. È membro scientifico della SIAC. Fa parte del consiglio direttivo dell’Associazione Biblioteca Salita di Frati di Lugano, con responsabilità del periodico annuale «Fogli», rivista di bibliografia, bibliologia e storia del libro, biblioteconomia.

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Pubblicato

2023-06-12

Come citare

Reggi, G. (2023). Σκοπός, λογικώτερα, φιλοστόργως nelle Lettere ad Αttico. Riflessi epistolari di De re publica, Academici e Laelius. Ciceroniana On Line, 7(1), 125–157. https://doi.org/10.13135/2532-5353/7739