«The Great Patrician of the Speaking Art»: Cicero, from the Republic of Letters to the English Republic
DOI:
https://doi.org/10.13135/2532-5353/5498Abstract
Il presente articolo affronta la ricezione di Cicerone in Inghilterra all’inizio dell’Età moderna, concentrandosi in modo particolare sulla centralità dell’Arpinate – esponente di una retorica civilizzatrice – nel programma educativo umanistico. Si ritiene che, durante il XVI secolo, gli umanisti manifestassero il loro apprezzamento di Cicerone in modo molto selettivo, oscurando spesso il contesto politico e alcuni argomenti della sua produzione oratoria. Celebrato per il De officiis (uno fra i testi maggiormente apprezzati in Inghilterra), l’Arpinate era però raramente accostato alle Philippicae, inneggianti al tirannicidio, benché le opere in questione fossero state composte a pochi mesi di distanza l’una dall’altra. Il maggior interesse nei riguardi del repubblicanesimo antico al tempo delle guerre civili e l’istituzione della Repubblica nel 1649 segnarono un cambiamento decisivo nel modo di rappresentare Cicerone. Tale transizione risulta evidente nell’opera The Tragedy of that Famous Roman Orator Marcus Tullius Cicero (1651). In essa, sostenendo il regicidio e abbracciando la libertà dello Stato, il pensiero politico ciceroniano si riafferma prepotentemente nel tempo e nello spazio.
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