Ritratto di uno stereotipo?
Cicerone poeta e critico di poesia nelle antologie per la scuola di Giovanni Pascoli
DOI:
https://doi.org/10.13135/2532-5353/4673Abstract
L’articolo analizza, sotto diversi punti di vista, la fortuna di Cicerone poeta e critico di poesia nelle antologie di letteratura latina per i licei classici Lyra ed Epos, redatte da Giovanni Pascoli tra l’ultimo decennio del XIX secolo e il primo del successivo. Nella prefazione a entrambe le antologie egli è presentato come abile oratore, ma mediocre poeta e critico passatista, incapace di comprendere la portata innovativa della poesia neoterica. Il punto di vista di Pascoli è messo in relazione con il dibattito al tempo in corso sullo studio dei classici in Italia e con la diffusa esigenza di ridefinirne la specificità rispetto al modello dell’Altertumswissenschaft tedesca. In particolare, esso si può raffrontare ad alcune critiche alla Römische Geschichte di T. Mommsen, dove, di Cicerone, si tracciava un ritratto a tinte fosche. Si considerano quindi i criteri di edizione,
traduzione e commento dei frammenti epico-storici in Epos, con particolare riferimento a passi del De consulatu suo (fr. II S = 10 Court.).
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